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Milan, Gennaro Gattuso a Luciano Moggi: "I giocatori mi odiano. E a Silvio Berlusconi dico che..."

Davide Locano
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La sicurezza che Luciano Spalletti e Rino Gattuso ostentano a poche ore dal derby fa parte di un copione arcinoto ma indispensabile da seguire, soprattutto alla vigilia di un Inter-Milan così pesante. Spalletti mostra serenità perché la sua squadra è in serie positiva da ben quattro giornate, Gattuso perché ha visto i suoi in netta ripresa dopo le sonanti vittorie in trasferta contro il Sassuolo (dove l'Inter ha perso) e in casa con il Chievo, anche grazie agli imprescindibili Higuain e Suso. Vedremo... noi pensiamo che un pareggio potrebbe accontentare entrambi. Pochi giorni fa abbiamo avuto modo di incontrare Gattuso nel suo ristorante, la Posteria San Rocco di Gallarate. Gli abbiamo posto delle domande sulla nuova società, dopo le dichiarazioni di Maldini che lo ha elogiato spiegando che «Rino non è solo grinta ma anche qualità». Parole e musica dell'uomo simbolo del Milan che ha capito evidentemente quanto il cuore del Gattuso giocatore si stia sommando alla credibilità di cui il mister gode da parte dei suoi giocatori, che ascoltano i suoi insegnamenti tattici con religioso silenzio. Leggi anche: Su Gattuso ha ragione il Cav? In Serie A... NIENTE MASCHERE La dichiarazione rilasciata da Romagnoli è una conferma dell'autostima che pervade il gruppo: «Ci sentiamo forti , sappiamo di incontrare avversari altrettanto forti, Nainggolan e Icardi per fare dei nomi. Noi comunque daremo l'anima per i nostri colori e per il nostro allenatore: vincere il derby vorrebbe dire regalare una grande soddisfazione al popolo milanista». Tuttavia, ieri lo stesso Gattuso, nella conferenza stampa della vigilia, è stato sincero (come suo solito) e spiazzante: «Le parola di Alessio, ma anche quelle di Suso e Higuain mi hanno fatto piacere. Ma forse non avete sentito gli altri. Qualcuno magari mi odia. Sanno che quando comincia l'allenamento voglio intensità e professionalità. Quando finisce l'allenamento, poi sono aperto a tutti i discorsi, anche familiari. Mi piace essere coerente e non ho peli sulla lingua e penso che a molti questo atteggiamento piaccia. Amo fare questo lavoro in questa maniera». Zero maschere, dunque, anche di fronte alle nostre domande su chi giocherà («Calabria o Abate dalla parte di Perisic? Devo decidere. E spero di ritrovare il Calhanoglu visto in Nazionale») e al suo rapporto con la nuova società e gli equilibri drasticamente cambiati: «Con la nuova dirigenza mi trovo molto bene. Il presidente Scaroni, Leonardo e Maldini mi stimano e mi lasciano quindi lavorare così come voglio io, senza interferire». Nessun equivoco sui ruoli, dunque, nessun sospetto sul fatto che, essendo Leo e Paolo dirigenti giovani e in qualche modo ancora “gente di spogliatoio” possano decidere di parlare direttamente con qualche giocatore per sentire l'umore che regna nella squadra. «Escludo a priori questa possibilità, sia Leonardo che Maldini parlano solo con me. Sanno benissimo che,se così non fosse, sarebbe come deligittimare il lavoro di un allenatore». QUELL'UNICA PUNTA... E dunque, come vede il derby di stasera Gattuso? «È una partita difficile, non credo che così dicendo scopro l'acqua calda. Noi comunque andiamo in campo per cercare di vincere, non per cercare di non perdere». E se ci fosse già a disposizione il nuovo acquisto brasiliano, il 21enne Paquetà? « È sicuramente un giocatore talentuoso al momento però più una mezza punta che un numero 10, comunque un ottimo acquisto per il futuro. Tuttavia, ne parleremo quando arriverà. Adesso non mi sembra corretto». Impossibile, poi terminare la nostra chiacchierata senza affrontare il tema delle critiche di Berlusconi, non più proprietario del club eppure naturalmente legittimato a dire la sua, tanto da esclamare «non mi piace il suo Milan a una sola punta». Rino cosa ne pensa dell'esternazione del Cavaliere? «Per me non c'è nulla di nuovo. Non rispondo alle provocazioni». di Luciano Moggi

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