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Michel Platini fermato per Qatar 2022, il caso del quadro di Picasso: nel giorno in cui morì il padre...

Davide Locano
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Un terremoto nel mondo nel calcio, con il fermo di Michel Platini accusato di corruzione nell'ambito dell'assegnazione dei mondiali in Qatar del 2022. Vicenda dai contorni torbidi e nella quale avrebbero avuto un ruolo anche dei consiglieri di Nicolas Sarkozy. E alla spy-story si aggiunge un nuovo elemento misterioso: addirittura un quadro di Picasso. Mica noccioline, insomma. Già nel 2016 la Procura nazionale finanziaria aveva aperto un'indagine preliminare per "corruzione privata", "associazione a delinquere", "traffico di influenze e ricettazione di traffico di influenze" circa l'assegnazione dei Mondiali 2022 in Qatar. Platini, che aveva riconosciuto di aver votato per il Qatar durante lo scrutinio del 2 dicembre 2010, era stato ascoltato come testimone nel dicembre del 2017. Leggi anche: Platini e i mondiali corrotti, l'ombra di Sarkozy Ma non solo, perché il 14 dicembre del medesimo anno la polizia transalpina aveva perquisito le abitazioni - a Nyon e a Saint Cloud - e le cassette di sicurezza di proprietà di Le Roi, proprio nel giorno della morte del padre Aldo. Motivo della procedura, proprio la ricerca dell'opera: a novembre 2014 infatti, il settimanale britannico Sunday Times aveva pubblicato un articolo nel quale veniva avanzato il sospetto che Platini avesse ricevuto da parte dell'ex presidente dell'Unione russa di calcio, Viacheslav Koloskov, un non meglio precisato dipinto Picasso come incentivo a scegliere la Russia come Paese ospitante per i mondiali del 2018. Platini ha sempre smentito in modo deciso di aver ricevuto un omaggio di questo genere.

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