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Coronavirus, panico in Francia: Junior Sambia, il calciatore 23enne del Montpellier, è in coma

Tommaso Lorenzini
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Con oltre 500 morti al giorno, oltre ventiduemila in totale, sebbene i dati dei contagi e dei ricoveri siano in leggera discesa, la Francia resta il terzo stato europeo più colpito dal Coronavirus. I piani per la riapertura del Paese sono comunque già sul tavolo del presidente Macron (si parla perfino di tornare a scuola a inizio maggio), compreso quello del mondo del calcio, colpevolmente entrato in allarme in ritardo solo dopo la sfida di Champions Psg-Borussia dell' 11 marzo, quando fuori dallo stadio di Parigi si erano radunati circa ventimila tifosi nonostante le porte chiuse.


VIA CON LA COPPA
Due giorni dopo la Ligue 1, il massimo campionato, è stato sospeso, a ruota tutti gli altri; ieri la Federazione ha proposto le date per ricominciare. Via agli allenamenti dall' 11 maggio, Ligue 2 in campo il 16 giugno e il 17 la Ligue 1, per le dieci partite rimanenti da giocare ogni tre giorni e finire così entro il 25 luglio. Il presidente federale Noel Le Graet, fra i principali fautori della riapertura, dopo il vertice di durato 4 ore, dichiara che «sarei molto felice se potessimo ripartire sabato 13 giugno con la Coppa di Francia Psg-St. Etienne», mentre tre giorni dopo potrebbe essere giocata la Coppa di Lega (Psg-Lione).
Prerogative del protocollo medico?


Porte chiuse, misure stringenti per chi dovrà recarsi negli stadi e, soprattutto, visite e tamponi per tutti, giocatori e staff di Ligue 1 e di Ligue 2. Sulla carta ottime intenzioni, peccato che proprio di ieri sia la notizia del primo calciatore di Ligue 1 positivo al Coronavirus e ricoverato in rianimazione. Si tratta di Junior Sambia, 23 anni, jolly di centrocampo del Montpellier ottavo in classifica, che prima della sospensione sperava ancora di «rientrare nella lotta per l' Europa League», parole del presidente Laurent Nicollin. Diciassette partite in stagione, un gol, l' ultima gara giocata da Sambia è stata la pesante sconfitta 5-0 in casa del Rennes. Dal 17 marzo scorso, come tutti i francesi e i suoi colleghi professionisti, il giocatore era in isolamento. Sambia ha iniziato a presentare problemi respiratori uniti a febbre e vomito lunedì scorso ed è stato inizialmente ricoverato in una clinica a Castelnau-le-Lez prima che le condizioni peggiorassero. A quel punto è stato deciso l' immediato trasferimento all' Ospedale Universitario di Montpellier, dove è stato portato in rianimazione e intubato, e in seguito poso in uno stato di coma artificiale ormai da tre giorni. Ed è qui che il test del Coronavirus ha dato la positività. Al momento, l' Ospedale sembra su suggerimento dei familiari e della stessa società, ha deciso di non emettere bollettini medici, mentre il Montpellier sta provando a ricostruire la catena del contagio e potrebbe decidere di sottoporre ai controlli tutti gli altri tesserati.

 

 

 


Una notizia che ha scosso la Francia, Dijon, Marsiglia, Lille, Nizza e Bordeaux, ma anche Troyes e Auxerre, hanno pubblicato messaggi di sostegno al ragazzo, ma è ovvio che il caso abbia aumentato la preoccupazione dei colleghi di Sambia e potrebbe causare ulteriori rinvii al piano di ripartenza. Giusto una settimana fa, l' Equipe ha dedicato quattro pagine al tema, rivelando che il 75% dei giocatori professionisti, quando viene chiesto loro dell' opportunità di tornare in campo a giugno, danno la priorità alla salute e alla sicurezza: non vogliono giocare senza garanzie. L' 80% è contrario all' annullamento della stagione, preferiscono che i risultati e la classifica siano congelati fino all' ultima giornata intera disputata.


CONTRARIO
IL 95% L' interrogativo che circola è chiaro: «Se ricominciamo dopo essere stati testati e ci sono nuovi contagi, che si fa, blocchiamo tutto?». Tanto che, come riporta il sindacato Unfp, il 94% dei calciatori di Ligue 1 e 2 si schiera per il no alla ripresa. Fa loro eco Samuel Laurent, direttore generale del Sochaux, squadra di Ligue 2 dove, a fine marzo, era risultato positivo il sudcoreano Hyun-jun Suk (Troyes): «Sono totalmente contrario, basta vedere cosa succede nel Paese. Il basket si ferma, il volley si ferma, il calcio amatoriale si ferma: perché Ligue 1 e Ligue 2 no? Solo per soldi».

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