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Federico Zaniolo, Fabrizio Biasin: perché a furia di attacchi sciocchi la Roma lo perderà

Fabrizio Biasin
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Stanno rompendo le balle a Nicolò Zaniolo che non potete capire. L'ultima faccenda riguarda una sigaretta (magari sono due, oppure una stecca, ma non è questo il punto) fumata in serenità in un locale un filo incasinato. Lo hanno ripreso furtivamente, senza mascherina, e in un secondo si sono scatenati i moralisti: «Non si fa!», «Sei un atleta!», «L'ennesimo colpo di testa!» e via andare. Un'accozzaglia di frasi fatte e tentativi di dipingere siffatto 21enne come una specie di essere mitologico, metà Paul Gascoigne e metà ciminiera. Pare che la Roma abbia - legittimamente - chiesto spiegazioni e che il ragazzo si sia giustificato dicendo di aver semplicemente «smezzato» una bionda con la sua ragazza. Di rimando gli hanno chiesto di farsi un po' più furbo quanto a uscite notturne e alla fine tutto si è concluso con una mezza tirata d'orecchie. Giusto così, ma un problema c'è. 

Il problema è che a Roma non si sono accorti di avere tra le mani un piccolo fenomeno. O meglio, se ne sono accorti, ma non stanno facendo nulla per convincerlo a sposare la causa giallorossa nel lungo periodo. Tutto quello che fa diventa un caso, anche fumare una sigaretta, cosa che non ha impedito a Gigi Buffon - tanto per citarne uno - di diventare uno dei più grandi giocatori nella storia del calcio italiano. Nicolò Zaniolo non sta facendo puttanate, vive l'esistenza di un 21enne con i limiti di qualunque 21enne e, al limite, l'effetto collaterale del portafogli sempre pieno. Pretendere che si trasformi in Padre Pio significa, semplicemente, invitarlo ad andare altrove. 

 

E, "altrove", c'è la fila. La Juve farebbe carte false per portarlo a Torino (a proposito, i giallorossi dopo la gara di ieri con i granata e in vista di quella di sabato con i bianconeri, si alleneranno oggi e domani nel centro sportivo di Vinovo con il benestare del presidente Agnelli), ma pure gli ex proprietari del suo cartellino - l'Inter - lo ri-accoglierebbero a braccia aperte (i nerazzurri detengono il 15% sulla rivendita del gioiellino). Insomma, tocca capire cosa si pretende da questo ragazzo: che diventi un santo per non si sa quale motivo? Non capiterà. Che giochi bene e faccia tante cose belle sul campo? E allora lo si lasci libero di vivere come crede, almeno fino a quando non lo ritroveremo strafatto e in mezzo all'immondizia nel retro di un qualche locale, a quel punto quantomeno avremo un motivo per massacrarlo a colpi di prediche e ramanzine. 

In certi casi, per intenderci, tocca essere pragmatici. Nicolò è arrivato a Roma nell'ambito dell'operazione Nainggolan nel 2018. Mancini lo ha convocato in nazionale prima ancora che esordisse in serie A. Lui ha risposto sul campo nel corso dei mesi con 51 presenze e 10 gol. Poi ha rotto il crociato lo scorso 12 gennaio. E tutti a dire: «Chissà se tornerà al suo livello». È rientrato il 5 luglio, la partita successiva ha fatto gol al Brescia, poi ne ha realizzato uno straordinario alla Spal, del tipo che se ne vedono due o tre all'anno. S' è fatto i capelli biondi? S' è fumato una sigaretta? Gli piace la bella vita? Tutto qua? Se è così allora è colpevole solo di essere normale, forse poco furbo, certamente stra-invidiato. r

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