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Sofia Goggia, dramma sportivo: cade per sbaglio a gara annullata. Si rompe il ginocchio: addio ai Mondiali

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Francesco Perugini
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Sofia, mola mia! E se siamo sicuri di una cosa, è che Sofia Goggia non si arrenderà nemmeno questa volta alla sfortuna. Non lo aveva fatto negli anni da giovanissima, quando le sue ginocchia subirono tanti guai. Non aveva rallentato nemmeno a fine 2013, quando un brutto infortunio al ginocchio sinistro le negò i Giochi di Sochi. Poco male, si sarebbe consolata quattro anni dopo a Pyeongchang con l'oro in discesa libera. Né tantomeno si è era arresa nel 2018, quando a pochi mesi da un guaio al malleolo tornò in pista più agguerrita che mai per prendersi l'argento nel superG ai Mondiali di Are.

Ieri la sorte l'ha attesa ancora una volta, ben nascosta dietro un mucchio di neve fresca con una smorfia di crudeltà inaudita: Sofia stava rientrando in albergo dopo l'annullamento del secondo supergigante di Garmisch per nebbia (gara rinviata a oggi, sabato l'azzurra si era piazzata quarta). Sulla pista turistica che affianca la Kandahar, praticamente a valle, è scivolata ed è rimasta a terra con un forte dolore al ginocchio. Una vera maledizione quella della pista tedesca, dove nel febbraio 2020 la 28enne finanziera si era fratturata il radio chiudendo anzitempo la stagione. Portata via sulla barella dopo la prima diagnosi sulla neve tedesca: trauma distorsivo al ginocchio destro. La corsa a Milano in elicottero, gli esami del caso e l'esito più difficile da mandare giù: frattura composta del piatto tibiale laterale.

Lo stesso ko che aveva subito nel 2012 in Coppa Europa insieme allo stiramento dei collaterali. Sofia deve dire così addio ai Mondiali di Cortina, al via domenica con la cerimonia inaugurale. È una beffa amarissima, e non solo perché la campionessa bergamasca si avvicinava all'evento casalingo tra le favorite dopo la quattro vittorie consecutive in discesa libera tra tra Francia, Austria e la doppietta svizzera di Crans Montana. Un pezzo di storia per la sciatrice orobica che aveva colto lo storico 100esimo successo della Valanga Rosa nella storia della Coppa del mondo. Tutta la nazionale azzurra sembrava arrivare nel modo migliore all'appuntamento iridato con gli exploit anche di Marta Bassino al femminile e le buone notizie di ieri anche dagli slalomisti (a Chamonix settimo Razzoli, ottavo Moelgg): un sorriso rotto dall'urlo di dolore di Garmisch.

Ora è tempo di rialzarsi e guardare avanti. Con 195 punti di distacco dalla Johnson, Goggia potrebbe portarsi a casa la coppa di specialità anche senza cercare un rientro - che avrebbe del miracoloso - forzando i tempi di rientro. Il dominio in discesa libera è stato assoluto e mancano solo tre gare da disputare: due in Val di Fassa prima delle finali di Lenzerheide. Stop invece ai sogni di classifica generale, dove Sofia era quarta a 169 punti di ritardo dalla Vhlova e poteva contare su un crescente stato di forma anche in SuperG e in gigante (settima a Kronplatz e Kranjska Gora). Ora c'è la terapia conservativa, poi Sofia comincerà la rincorsa. E se rimane l'amarezza per l'occasione sfumata di Cortina, l'occasione per la rivincita è già sul calendario: 4 febbraio 2022, via dei Giochi Olimpici di Pechino. L'appuntamento è segnato: Sofia, mola mia!

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