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Superlega, anche il Milan si sfila dopo il passo indietro dell'Inter. E la Juve: "Ridotte possibilità di realizzazione"

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La Superlega si è definitivamente sgretolata. Ad aprire le danze sono stati i sei club inglesi, che non hanno retto il peso delle pressioni derivanti dai tifosi e soprattutto da Boris Johnson: ora a seguirli sono anche le tre italiane, che a distanza di pochi minuti l’una dall’altra hanno diramato dei comunicati per rendere noto la rinuncia al progetto. La prima è stata l’Inter, che ha confermato di non fare più parte della Superlega e ha rinnovato l’impegno a lavorare insieme alle istituzioni per “migliorare costantemente le competizioni e il quadro finanziario”. 

 

 

Poi si è sfilato anche il Milan, che ha sottolineato la “genuina intenzione di creare la miglior competizione possibile europea per i fan di tutto il mondo”, salvo poi tornare sui propri passi in seguito alla “preoccupazione dei tifosi" rispetto al progetto della Superlega che è arrivata “forte e chiara”: il club rossonero si è quindi detto “sensibile e attento” all’opinione pubblica, impegnandosi comunque “per definire un modello sostenibile per il mondo del calcio”. Infine è arrivato il comunicato della Juventus, che tra le tre italiane è quella maggiormente coinvolta nel progetto, dato che Andrea Agnelli lo ha voluto fortemente insieme a Florentino Perez del Real Madrid. 

 

 

“Pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali del progetto - si legge nella nota ufficiale - la Juventus ritiene che esso presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito”. In altri termini, i bianconeri si sfilano dalla Superlega ma solo perché hanno dovuto ammettere la sconfitta. 

 

 

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