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Claudio Lotito, 12 mesi di inibizione per il caso tamponi: la condanna che lo taglia fuori dai giochi nella Figc

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Dodici mesi di inibizione per il presidente della Lazio Claudio Lotito, punito per il caso-tamponi. La Corte Federale d’Appello, riunita oggi a Roma, ha accolto in parte il reclamo proposto dalla Procura Federale e ha inoltre fissato a 200mila euro l’ammenda a carico della società biancoceleste. Respinto invece il reclamo proposto dalla Lazio, da Claudio Lotito, Ivo Pulcini e Fabio Rodia.  "Siamo sorpresi, aspettiamo di leggere le motivazioni però se la Corte ha deciso così ci spiegherà, e se non saremo d'accordo procederemo davanti al giudice superiore". L'avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, ha commentato così all'agenzia Adnkronos la decisione della Corte Federale d’Appello.


La sanzione comminata a Lotito ha pesanti effetti sulla sua carriera "politica" nel calcio italiano. I 12 mesi di inibizione si vanno infatti a sommare ai 2 rimediati nel 2012 per l'inchiesta "agentopoli" e fanno superare il limite complessivo dei 12 mesi e un giorno oltre il quale scatta la decadenza da tutti gli incarichi federali e l'impossibilità di essere eletti in futuro. Come ricorda Gazzetta.it, infatti, l'articolo 29 dello Statuto Figc considera infatti eleggibili solo coloro che "non siano stati colpiti negli ultimi dieci anni, salva riabilitazione, da provvedimenti disciplinari sportivi definitivi per inibizione o squalifica complessivamente superiore ad un anno, da parte della Federazione nazionale, dal Coni, dalle Discipline associate e dagli Enti di promozione sportiva o da organismi sportivi internazionali riconosciuti". Una pessima notizia per l'uomo che negli ultimi anni era diventato tra i più potenti del pallone nostrano.

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