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Gilles Villeneuve "licenziato da Enzo Ferrari". Prima della gloria e della morte a Zolden, la rivelazione

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Il Drake Enzo Ferrari aveva ordinato di licenziare Gilles Villeneuve, forse il pilota più amato nella storia della Rossa in Formula 1. A rivelarlo, in una straordinaria intervista concessa a Leo Turrini sul Quotidiano nazionale, è Piero Ferrari, figlio del mitico fondatore dell'azienda di Maranello di cui l'erede oggi detiene il 10% delle azioni, un valore di 4 miliardi di euro.

Il pilota canadese, scomparso drammaticamente nell'incidente durante le prove del Gp del Belgio a Zolder, l'8 maggio 1982 (una tragedia che di fatto lo ha consegnato al mito) "era puro istinto. Per lui guidare una motoslitta sulla neve o una Formula Uno sull'asfalto non faceva differenza. Si sarebbe comportato allo stesso modo al volante di un trattore o di una utilitaria", è la definizione di Piero Ferrari, 77 anni, oggi vicepresidente del Cavallino.

 

 

 

 

"Non aveva un carattere facile. Era scontroso, abbastanza chiuso. Per dire, io che all'epoca seguivo molto da vicino i Gran Premi legavo di più con il suo compagno di squadra, il sudafricano Jody Scheckter", campione del mondo 1979. Un titolo a cui Villeneuve diede un grande contributo: "Fu molto leale. Era diventato amico di Jody, si volevano bene. Quando ci fu la tragedia nel 1982, Scheckter era ormai un ex pilota. Ma dal Sudafrica si spostò in Canada per tenere l'orazione funebre".

La morte a Zolder continua a far discutere gli appassionati. Secondo molti ferrartisi, Villeneuve scese in pista non sereno, a causa degli attriti con il compagno di scuderia Didier Pironi. "In Belgio Gilles trovò la morte per una stupida fatalità, una collisione in prova con l'auto del tedesco Mass". Due settimane prima, a Imola, "quando le due Ferrari rimasero in testa alla gara, con Villeneuve al comando, dal muretto esponemmo il cartello che invitava i piloti a mantenere le posizioni". Ma Pironi lo passò, disse, perché il canadese aveva commesso un errore. Furioso, dopo il Gran premio, Gilles "chiese e ottenne un colloquio con mio padre. Che gli rispose così: ti capisco umanamente, ma a Imola la Scuderia ha firmato una doppietta, non posso rimproverare il tuo compagno per avere vinto".

 

 

 



Eppure, Villeneuve era un po' il cocco di Enzo Ferrari, scelto per sostituire nel 1977 niente meno che Niki Lauda e l'unico a venire paragonato a Tazio Nuvolari. "A quasi ottant'anni gli piaceva dimostrare al mondo che lui sapeva plasmare un pilota, fare di uno sconosciuto un campione". All'inizio però l'accoppiata non girava: "Gilles arriva, va in pista a Fiorano e dopo 5 giri fuma tutto. Un delirio! Alla prima gara vera in Giappone fu coinvolto in un incidente spaventoso, morti e feriti tra il pubblico. Papà venne trattato quasi come un rimbambito!". Nel 1978, rivela Piero, "Villeneuve infilava un botto dopo l'altro. Mio padre disse: Scheckter finalmente viene, ci teniamo l'argentino Reutemann, già in squadra, e Gilles lo mandiamo a fare esperienza in un team minore". "Convochiamo un pomeriggio di settembre i due piloti a Fiorano. Papà deve far firmare il rinnovo all'argentino al piano di sotto e io al piano di sopra debbo spiegare a Gilles che futuro lo aspetta". In quel momento, cambia tutto: "Reutemann informa mio padre che se ne va alla Lotus. Allora papà scaraventa su per le scale Franco Gozzi, il suo segretario. Che si precipita nella mia stanza e stando alle spalle di Villeneuve si mette a farmi strani segni. Per fortuna ancora dovevo iniziare a parlare, ho capito e annunciato a Gilles che eravamo felici di confermarlo". Un mese dopo, "vinse il primo Gp nel suo Canada, la gente smise di criticarlo e presto tutti si sarebbero innamorati di lui".

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