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Radu, la versione di Walter Zenga sul disastro del portiere: "Occhio a Perisic...", come cambia il quadro

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L’errore di Ionut Radu a Bologna, costato all’Inter la possibilità di avvicinarsi o scavalcare il Milan in testa al campionato, è stato analizzato a La Gazzetta dello Sport da un vecchio specialista della porta: Walter Zenga. Mai banale nelle sue dichiarazioni, l’ex estremo difensore dell’Inter e della Nazionale dice che la costruzione dal basso stavolta non c’entra nulla: "Se vogliamo analizzare le cose dal punto di vista tattico, c’è un grave errore concettuale. E credo che pure Simone Inzaghi sia d’accordo — ha detto il 62enne milanese —. In quel momento il pallone andava giocato in maniera diversa: Perisic ha una rimessa lunga, sa pure lui che a cinque metri dalla bandierina, in fase difensiva, con l’avversario in pressione accoppiato bene nell’uno contro uno, quella palla deve andare alta verso la punta. Poi se si perde, siamo già messi bene per difenderci. Stop".

 

Zenga: “Abuso nel coinvolgimento del portiere? No”
Se c’è un abuso nel coinvolgimento del portiere? Per Zenga no: “Il Liverpool ha fatto diversi gol con Alisson che va direttamente a cercare Salah, il City lo stesso, con Ederson che cerca oltre lo spazio Mahrez o Sterling — elenca l’ex estremo difensore alla Gazzetta — Maignan ha un calcio di 60/70 metri con cui può azionare Leao, come nel gol contro la Samp. Quando allenavo la Samp avevo Viviano, che col mancino andava direttamente su Eder e Muriel oltre la linea dei difensori. L’idea di sfruttare la qualità del portiere con i piedi è giusta se fatta quando serve”. E ancora: “Il concetto della costruzione dal basso nel calcio moderno è validissimo perché, come dice De Zerbi, gioco indietro per far venire gli altri avanti e sfruttare gli spazi. Ci sono delle situazioni però da leggere bene, e non farlo è molto più grave dell’errore di un singolo”.

 

Zenga: “Feci lo stesso errore in un’amichevole a Livorno”
“Io mi sono trovato a cavallo con l’inserimento della nuova regola sul retropassaggio — dice ancora Zenga —. La prima estate giocammo un’amichevole a Livorno, su un retropassaggio cincischiai, l’attaccante fu più rapido di me, mi portò via il pallone e fece gol. Dalla volta dopo…’pam', piattone verso la punta e via, e ho risolto i miei problemi. Oggi l’evoluzione del calcio ci ha portato in un’altra dimensione, però un allenatore vuole sempre avere un portiere che para e un difensore che difende. Questo prima di tutto”. Su come si aiuta Radu, Zenga conclude: "Non so se Handa torna domenica, ma intanto ho visto cose importanti: Dumfries che copre la telecamera, Dimarco, Correa e Cordaz che lo rincuorano e sono certo che tutti nello spogliatoio lo hanno fatto. Se giocherà a Udine, dovrà avere la forza di resettare tutto e ripartire da zero”.

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