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Lukaku "montato". Paolo Di Canio gela l'Inter: "Occhio, perché con Inzaghi..."

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Come distruggere Romelu Lukaku e Paulo Dybala con una manciata di parole. Intervistato dal Corriere della Sera, Paolo Di Canio si conferma commentatore senza peli sulla lingua, talmente diretto da apparire brutale. L'ex capitano della Lazio dice la sua su quanto sta accadendo al calcio italiano, a partire ovviamente dal calciomercato appena iniziato (ufficialmente) ma che tiene banco tra i tifosi già da settimane. 

 

 

 

 

La tendenza, anche delle big di Serie A, è cedere pezzi importanti per poi acquistare. "Juventus e Inter vedremo cosa faranno alla fine rispettivamente con De Ligt e Skriniar. L’unica eccezione è il Milan che in passato non ha investito 100 milioni su un solo giocatore ma su diversi profili da 20-25 e alla fine ha fatto qualcosa di straordinario. Oggi i rossoneri non devono vendere ma possono addirittura rafforzarsi", spiega Di Canio. E al Resto del Carlino, concede riflessioni ancora più specifiche. Si parte da Lukaku: "Sono contento sia tornato, perché è un personaggio, crea entusiasmo e accende ancora di più la lotta scudetto. Ma questa operazione è lo specchio della serie A. Parliamo di uno che arriva in prestito. Parliamo di un gran bel giocatore, per carità, uno che in Italia farà tanti gol e sposterà ancora gli equilibri".

 

 

 

 

Tuttavia, sottolinea, "rimango stupito quando la critica lo definisce un campione. Un campione è uno che va al Chelsea, si prende il posto da titolare, e alle prime difficoltà insiste per dimostrare che quel posto è suo. Lui, invece, è andato lì, in una squadra con gente che ha vinto tutto pensando di essere un fenomeno. Il problema è che in Italia gli abbiamo fatto credere di esserlo, con i titoloni". Invece, spiega Di Canio, ha sì vinto uno scudetto ma "in Europa League buca la finale, in Champions non pervenuto nelle gare che contano. All’Europeo, contro di noi, ha sbagliato due gol clamorosi, dobbiamo ringraziarlo". E occhio, perché "Inzaghi è diverso da Conte, magari vuole giocare di più a calcio e allora serve un centravanti che sappia stoppare la palla e dialogare coi compagni".  L'altro obiettivo nerazzurro è Dybala: "E' evidente che si è persa ogni traccia del giocatore di 4-5 anni fa. Se tre tecnici diversi lo hanno messo in discussione alla Juve, se la società gli dice ‘sei libero’, un motivo dev’esserci". Dybala, conclude, non è un leader, "è un bambinone, buono, fin troppo. E’ proprio quello il problema".

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