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Charles Leclerc, un terremoto in Ferrari: "Non è pronto", chi lo stronca

Leonardo Iannacci
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«Gli errori non vengono da soli, sono come le ciliegie. L'uno tira l'altro». L'ingegner Mauro Forghieri appare più infastidito da quello che sta combinando l'amatissima Ferrari che dal caldo impressionante che avvolge Maranello.

Ha ragione l'ingegnere che ha creato l'epopea tecnica di Maranello per decenni, portando al titolo mondiale Phil Hill, Surtees, Lauda, Scheckter e vincendo, con le sue Rosse, tutte le categoria del motorsport. Enzo Ferrari avrebbe fatto fuoco e fiamme nel vedere le sue monoposto gettare al vento un mondiale come stanno facendo gli uomini della Squadra Corse con Leclerc in testa. È ancora vivida, nel popolo Rosso, la clamorosa uscita del monegasco al Paul Ricard, un erroraccio che gli ha fatto perdere il gran premio e lo ha ricacciato indietro nella classifica piloti, ora comandata da quel demonio di Verstappen (233 contro i 170 di Charles). «Il mondiale è in salita e si tratta di una salita stile Tour de France. 63 punti di svantaggio sono un'enormità ed è inutile piangersi addosso e dire che un errore può capitare. Qui c'è in gioco il mondiale e le speranze della Ferrari sono al lumicino pur avendo, dopo anni, una macchina buona», sentenzia con amarezza Forghieri.

 

 

Difficile dargli torto: nelle prime 11 gare del campionato la Ferrari e i Leclerc hanno gettato dalla finestra qualcosa come 108 punti, con i quali il monegasco, prima guida di Maranello, sarebbe ora comodamente in testa al mondiale. Basta fare due conti. Lo scorso aprile nel gran premio di Imola Leclerc ha perso 7 punti uscendo alla variante alta mentre cercava una difficile rimonta. Poi, a Barcellona, si è rotto il motore della sua F1-75 mentre era in testa (-25, quindi). A Monaco una folle strategia del box Ferrari ha rallentato il monegasco, partito in pole ma giunto inferocito solo quarto (-13). Nel gran premio di Baku è andato in fumo la power-unit mentre era in testa (-25). A Silverstone è andato in scena un altro clamoroso pateracchio dei box con Charles che ha finito quarto (-13).
Infine l'errore in prima persona di Leclerc, domenica scorsa al Paul Ricard (altro -25).

 

 

Totale: 108 punti presi e gettati dalla finestra. Una situazione che allontana il mondiale, ora quasi impossibile. «Le colpe vanno divise fra tutti», ammonisce Forghieri. «È giusto chiedersi se nella Squadra Corse ci sia davvero la gente giusta. Ha responsabilità Binotto, certo, ma non sono tutte sue le colpe. I tecnici e i cosiddetti strateghi dei box non assicurano quella linearità che porta al mondiale. Inoltre c'è il problema affidabilità delle F1-75 che ha un ruolo rilevante». E Leclerc? «È veloce ma deve crescere. Gli errori che continua a commettere dopo 5 anni di Formula Uno suggeriscono che, oggi, non è ancora pronto per l'iride. Va aiutato ai box, consigliato meglio. Quando Niki Lauda arrivò in Ferrari, nel 1974, era bravo ma non bravissimo. Lo affinammo e l'anno dopo vinse il mondiale. I tifosi della Ferrari devono accettare la realtà: il titolo se lo merita ancora Verstappen che è più glaciale e più completo come pilota».

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