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Juventus schiantata da Mbappè: Champions amara, vince il Psg

Claudio Savelli
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La Juventus torna da Parigi con due notizie in tasca, una buona e una cattiva. Quella cattiva è che Allegri ha perso il coraggio che lo contraddistingueva nelle notti europee. Schiera la squadra con un 3-5-2 mai visto prima, a fine primo tempo passa al 4-4-2 per contenere il ciclone Mbappé (doppietta in 22') e infine, quando il gol di McKennie (53') rimette in discussione la partita e provoca qualche brivido al Psg, toglie Milik, che fino a quel momento era tra i migliori, per Locatelli, posizionandosi con uno strano 4-4-1-1 dal baricentro basso.
La Champions di certo non premia chi difende i risultati, figurarsi chi sembra proteggere una dignitosa sconfitta per 2-1. La buona notizia è che la Juve resta in partita nonostante un primo tempo di pura sofferenza e l'assenza di un'idea di calcio.
Lo fa con lo spirito e mentalità, gli unici strumenti a disposizione. Non basta con il Psg, può bastare mercoledì prossimo in casa con il Benfica (non prima della Salernitana in campionato), la partita decisiva per il passaggio del turno secondo Allegri.

DONNARUMMA 5.5: tra i pali compie due parate decisive. Nelle uscite, al solito, è rivedibile: sbaglia in occasione del gol di McKennie.
SERGIO RAMOS 6: sicuramente meglio la prestazione dell'acconciatura. Da terzo di difesa può concedersi qualche errore e allungarsi la carriera.
MARQUINHOS 6.5: ruolo perfetto per lui, in mezzo alla difesa a tre. Ricorda che Galtier ci sa fare.
KIMPEMBE 6.5: senza sbavature, concentrato e concreto.
HAKIMI 6: primo tempo dominante, secondo superficiale. Secondo un po' superficiale: si perde spesso il rivale (33'st Mukiele 6).
VITINHA 6: è piccolo ma l'apparenza inganna: che forza nelle gambe e che intelligenza tattica (33'st Danilo Pereira 6).
VERRATTI 6.5: nella mediana a due diventa un giocatore totale: qualità e quantità perfettamente bilanciate.
NUNO MENDES 6: tra prestito e riscatto, è costato 45 milioni. Davanti li vale, dietro non ancora.
MESSI 6: buone combinazioni con i compagni di reparto, qualche iniziativa palla al piede e un'attenzione tattica tutta nuova.
NEYMAR 6.5: si abbassa e diventa mezzala, garantendo equilibrio. È una presa di responsabilità. Le giocate?
Garantite.
MBAPPÉ 7.5: velocità di pensiero e di esecuzione da giocatore di un'altra categoria. Ridicolizza la difesa bianconera su entrambi i gol. E se i gli altri due tenori continueranno a correre per lui, il Psg può pensare di vincere il trofeo.


PERIN 6: nulla può sui tiri fulminei di Mbappé, se non applaudire l'avversario e chiedere più attenzione alla difesa.
BREMER 5.5: gioca ancora come se fosse nel Torino ma non trova i tempi perché è l'unico ad aggredire in avanti. Non è più dominante.
BONUCCI 5: fermo in mezzo al vortice-Mbappé. Bisognerebbe pretendere meno frasi ad effetto e più fatti.
DANILO 6.5: il migliore della retroguardia, nonostante sia l'unico fuori ruolo.
CUADRADO 6: non ha più il dribbling di un tempo ma è solido, finché ne ha (29' st De Sciglio 6).
RABIOT 5: nemmeno la sua storica ex sembra portargli motivazioni aggiuntive. Piatto. 
PAREDES 5.5: regia scontata, anche se è difficile essere creativi quando si predica nel deserto.
MIRETTI 6: regge un esordio in Champions difficile. Allegri lo sostituisce per cambiare modulo (1' st McKennie 7: gol di testa da attaccante. È caotico ma scompensa il Psg).
KOSTIC 6: la media tra la miriade di cross, di cui uno decisivo, e le numerose chiusure difensive mancate.
VLAHOVIC 5.5: vero che non arriva mezzo pallone pulito, però serve un atteggiamento più positivo. Sbuffare non serve. Impegna Donnarumma di testa.
MILIK 6: si abbassa per legare l'improvvisata e poco convinta manovra bianconera e crea gli unici grattacapi ai difensori del Psg nell'area di rigore (23' st Locatelli 5.5: non entra in partita).

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