Cerca
Logo
Cerca
+

Qatar 2022, la Coppa del Mondo? Perché è "italiana"

Esplora:

Ferruccio Invernizzi
  • a
  • a
  • a

 Cari lettori, a quattro giorni di distanza dalla fine del campionato mondiale di calcio in Qatar, desidero parlarvi dell'origine del trofeo più ambito da ogni calciatore: la Coppa del Mondo. Composta da più di sei chili d'oro e di malachite (a costituire le bande orizzontali verdi nella parte bassa). Il trofeo assegnato ai vincitori dalla Fifa che fino a quel momento si chiamava coppa Rimet, in onore di Jules Rimet che nel 1929 aveva inaugurato la competizione. Visto che il regolamento prevedeva il ritiro del trofeo nel momento in cui una stessa nazionale l'avesse vinta tre volte, nel 1970 la coppa Rimet andò ad impreziosire la bacheca della nazionale brasiliana.

 

 

 

La stessa FIFA indisse quindi nel 1971 un concorso internazionale per dare vita alla nuova coppa. E così sul tavolo della giuria arrivò quella che da lì a poco sarebbe diventata La Coppa, in versione provvisoria, certo, ma già molto simile a quella che conosciamo oggi. Solo successivamente si sarebbe aggiunta la malachite e lucidati i continenti. Un pezzo unico, una vera e propria opera d'arte, nata dalla mente e dalle mani di uno scultore, Silvio Gazzaniga da Paderno Dugnano (comune lombardo nella città metropolitana di Milano), divenuto il Signore delle Coppe.

 

 

 

Mi è passata tra le mani una bellissima foto in cui Silvio è circondato dalle sue più belle creature: la Coppa UEFA (oggi Coppa Europa League), la coppa dei mondiali femminili, la Coppa del Mondo e la Supercoppa Europea. Tutti trofei di indubbia bellezza e di inestimabile valore. Impossibile, infatti, attribuire al trofeo sollevato al cielo da Zoff, Maradona, Cannavaro o Messi il puro valore intrinseco, il solo prezzo dell'oro. Se battuta all'asta, le offerte andrebbero a valorizzare il carico della sua storia, raggiungendo certamente cifre record. È come se l'acquirente andasse a quantificare in danari ogni istante vissuta dalla coppa, stretta, accarezzata e baciata da chi ha reso questo sport il più popolare del mondo. In ogni caso, questa è un circostanza che non si verificherà a breve. Fino al 2038 i calciatori di tutto il mondo continueranno a giocare e lottare per rincorrere lo stesso sogno. Un'icona di successo nata nella cintura industriale milanese. 

 

 

 

Dai blog