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Inter, il segreto di Onana: il colpo decisivo, cosa è sfuggito nel derby

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Leonardo Iannacci
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Due Euroderby come quelli di San Siro sono pochi, troppo pochi se cadono ogni 20 anni. Dovrebbero andare in scena come il Natale, ogni dodici mesi. Sono show spettacolari e il cielo di maggio ne ha santificato l’entusiasmo, acchiappando il cuore anche di chi non appartiene a nessuno dei due partiti, e certificando che il nostro calcio non è poi così malaccio se, attraverso 50 broadcaster, spettacoli del genere vengono teletrasmessi in 115 paesi. È stato costretto ad ammetterlo pure l’ineffabile presidente Uefa Aleksander Ceferin: «L’Italia non avrà grandi stadi, ma con cinque squadre nelle semifinali europee, dimostra di essere al top». La Premier sarà un’altra cosa, ma quella di Milano è stata una vetrina salvifica per un calcio che ha visto due mondiali di calcio dalla televisione e non vince la Champions dal 2010. Anche se parliamo di soldi l’impressione è notevole: il cassiere dell’Inter, che al posto degli occhi ieri aveva il simbolo dell’euro come fosse Paperon de’ Paperoni, ha contabilizzato il nuovo record d’incassi per una partita, ovvero 12 milioni di euro fitti fitti. Mercoledì scorso il Milan si era fermato “solo” a 10.5 milioni. Saranno anche briciole nel buco nero dei debiti che tormenta il club di Suning (oltre 700 il rosso, un terzo da restituire a Oaktree, la società statunitense di gestione patrimoniale che ha soccorso Zhang) ma ieri sera in Cina si è sicuramente pensato soltanto al calcio. E a Istanbul.

NUMERI UNO
Il drone che volava sopra San Siro è planato alle 21 della sera. Si è acquietato. Nella notte della verità, era arrivato il magic-moment: fuori i secondi e dentro i numeri uno, ovvero Mike Maignan e Andrè Onana, i due portieri di notte di questi euroderby pazzeschi. Due goalkeeper - come chiamano in Inghilterra gli estremi difensori - che sono diventati nel corso degli ultimi tempi elementi essenziali e irrinunciabili delle rispettive squadre. Maignan, di anni 27, nato nella Guyana francese sotto il segno del Cancro, si è confermato leader assoluto (a parte una piccola incertezza sul gol di Lautaro), soprattutto durante la lunga assenza per infortunio che è costata punti d’oro al suo Milan quando Tatarusanu lo ha fatto rimpiangere e non poco. Onana, coetaneo di Maignan, nato in Camerun sotto il segno dell’Ariete, arrivato come cambio di Handanovic, è entrato in punta di piedi nell’undici titolare di Inzaghi per non uscirne più.

 

Almeno sino a giugno visto che sirene di mercato lo danno in partenza verso Londra, destinazione Chelsea in un’operazione che consentirebbe a Marotta e Ausilio di monetizzare una plusvalenza notevole: Onana arrivò dall’Ajax come svincolato e non costò un euro.Ieri questi due portieri dal brillante presente e dal luminosissimo futuro, in grado di giocare con i piedi come fossero De Bruyne e Modric e di occupare ruoli decisivi in squadre come Milan e Inter che in passato avevano fatto affidamento sulla ex bella scuola di numeri uno italiani, si sono abbandonati a show eccitanti. Qualche esempio? Ha iniziato Onana ipnotizzando un tiro poco angolato ma insidioso di Diaz, ben imbeccato da Tonali. Gli ha risposto subito dopo il francese con una gran parata a mano aperta su tiro di Barella dopo una ripartenza Dzeko-Dumfries. Poco prima dell’intervallo, altra prodezza di Maignan che ha salvato d’istinto su incornata di Dzeko. Poi la partita è filata via, tra la disperazione di un Milan che non scardinava la porta di Onana e la sicurezza degli interisti. Sino al fischio finale. In finale ci va l’Inter del gatto soriano Onana, a casa resta, con gli onori del caso, il Milan dell’altro gatto siamese Maignan. Entrambi felini di razza. 

 

 

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