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Lele Adani, la denuncia di Caressa: "Cosa gravissima, senza precedenti"

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L’ennesimo botta e risposta tra Fabio Caressa e Daniele Adani è andato di scena nelle ultime ore. Tutto era partito con le parole dell’ex difensore nerazzurro, oggi opinionista Rai: "Quindi, quando uno vi diceva, ma a livello di servilismo come siamo messi? Questa volta senza tirar su gli occhiali ma guardandovi negli occhi, lo capite adesso? Padre tempo opera in silenzio, buonanotte”, aveva detto. Il tutto dopo che la sua esperienza a Sky si era chiusa in seguito alla lite in diretta con Allegri (dopo Inter-Juve del 2019), è in quelle parole che ribadiscono qual è l'identità del suo canto libero ("Se stai zitto e hai paura per cosa vieni pagato?") e del suo metodo.

Caressa e Zazzaroni contro il “servilismo” citato da Adani
Nelle ultime ore Caressa in diretta radiofonica a Radio Deejay ha risposto sollevando una questione molto grave e portando il livello della contrapposizione su un altro piano, che lo stesso conduttore del Club su Sky ha sottolineato come pericoloso. "Servi de che… – ha detto per l’occasione il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, anche lui presente — Io sono servo di me stesso e Caressa pure". Caressa ha preso la parola e ha precisato: "Uno è servo perché prende informazioni, sa delle notizie, perché non la pensa come te?  Perché questa è una cosa gravissima che non ha precedenti nel pallone. Una volta si discuteva, ci si arrabbiava, si litigava…". E ha fatto un'altra riflessione: "Questo fatto che o la pensi come perché ho questa ideologia, che io ho la verità e tu no… occhio ragazzi che fa riferimento a una cosa che col pallone non c'entra niente. Le basi della della democrazia sono attaccate in questo modo, occhio, c’è gente nella storia che ha fatto questa cosa”.

 

Adani replica con la canzone di Caselli: “La verità mi fa male, lo so”
La replica di Adani è stata immediata. In una storia su Instagram ha letto il significato della parola servilismo digitandola su google e leggendone la definizione lessicale che è possibile rintracciare online: "Tendenza ad avvilire la propria personalità in atteggiamenti di umiliante sottomissione o dipendenza più o meno consigliati dal calcolo o dall'interesse". A corredo dello screenshot c'è anche l'incipit della canzone di Caterina Caselli, Nessuno mi può giudicare: "La verità mi fa male, lo so". Se le suonano e se le cantano. E in mezzo a questa guerra di parole agli spettatori non resta che intonare We gotta get out of this place.

 

 

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