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Hojlund, perché vale 85 milioni: Atalanta, la verità sulla cessione-record

Claudio Savelli
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Quest’uomo vale davvero 85 milioni? Se qualcuno è disposto a spenderli, evidentemente sì. Quel qualcuno è il Manchester United che, di fronte alla richiesta dell’Atalanta, non ha battuto ciglio, non si è messo a ridere, non ha opposto resistenza: 85 milioni per Rasmus Hojlund? Ci sta. Sui pezzi pregiati, lo sconto non si chiede e non si fa. Al massimo, se possibile, facciamo 75 più 10 di bonus? Aggiudicato. Giusto per avere una misura, Transfermarkt fissa in 45 milioni il valore dell’attaccante danese, 40 in meno rispetto all’accordo. 

Il disavanzo è dettato da due aspetti: il primo è la scarsità di centravanti puri di alto livello, il secondo è il valore potenziale potenziale del ragazzo che, secondo chi lo ha visto da vicino, è di 85 milioni. In altre parole, il Manchester paga ora il prezzo che il giocatore potrebbe avere tra un anno o due.

Alle volte - per fortuna - il mercato non segue i numeri ma le caratteristiche di un giocatore. Hojlund è uno di questi (rari) casi. Al primo anno di serie A non ha segnato come un pazzo: nove reti in 32 presenze, di cui venti da titolare. Un gol ogni 204’. L’anno prima, con lo Sturm Graz, aveva timbrato 6 volte in 13 presenze in campionato, una ogni 193’: anche in quel caso, le reti non giustificavano i 17 milioni spesi dalla Dea.

 

VALORE QUINTUPLICATO
Eppure, in un anno ha quintuplicato il suo valore. Non ha i numeri di Haaland, di cui è la risposta più seria anche per una questione geografica (danese contro norvegese), ma nemmeno lo stesso percorso: Hojlund deve ancora vivere le esperienze internazionali ai massimi livelli (al momento conta solo due gare di qualificazione in Champions con lo Sturm Graz e 5 di Conference con il Copenaghen) che permettono ad un giovane prodigio di confrontarsi con i campioni affermati, di sentirsi alla loro altezza e di guadagnare immediata consapevolezza nelle proprie capacità.

L’idea è che i gol arrivino di conseguenza alla piena presa di coscienza del ragazzo, perché sulle qualità nessuno nel settore sembra avere dubbi. A livello tecnico, Hojlund non ha difetti: è pulito nel tiro e nel passaggio, sa stoppare il pallone spalle alla porta, sa orientarlo quando attacca a campo aperto e sa usare il corpo, qualità che di solito si acquisisce in età matura. Può migliorare nel colpo di testa (zero reti lo scorso anno) e il primo a dirlo è proprio il danese, che così dimostra una certa attenzione al proprio percorso professionale.

 

Dal punto di tattico è naturalmente predisposto al calcio contemporaneo. Sa andare incontro e associarsi ai compagni (25.2 tocchi di media a gara, quasi due in più di Haaland) quanto allungare la squadra correndo in profondità. È consapevole di avere un buon tocco e un ottimo passo e di poter sfruttare entrambe le doti. Deve migliorare nei pressi dell’area di rigore e al suo interno, innalzando la quantità di tiri (solo 1,7 di media a partita, la metà di Haaland). Considerando i vent’anni, la fatica del calcio mondiale nel creare centravanti di valore e lo stipendio da “soli” 600mila euro percepito a Bergamo, ci sono davvero 85 milioni di motivi per acquistare Hojlund. E ce ne sono altrettanti per venderlo se sei l’Atalanta, non hai mai incassato così tanto da un giocatore (61,4 milioni di plusvalenza record) e in Italia solo l’Inter con Lukaku al Chelsea (113 milioni), la Juventus con Pogba allo United (105 milioni) e il Napoli con Higuain alla Juventus (90 milioni) hanno fatto meglio dite.

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