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Mancini in Arabia Saudita, "chi gli ha detto no": l'avventura comincia malissimo

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L'avventura coperta d'oro di Roberto Mancini in Arabia Saudita non comincia sotto i migliori auspici. L'ex ct della Nazionale italiana aveva motivato l'addio agli azzurri con "motivi personali" tra i quali il senso di scarsa fiducia della Figc nei suoi confronti, accusata di avergli smantellato anche la rete di fedelissimi. Ora però il Mancio dovrà approdare alla corte degli sceicchi senza alcuni dei membri-chiave del suo staff, che gli hanno sorprendetemente voltato le spalle preferendo restare nel "calcio vero", quello europeo, piuttosto che andare a guadagnare una vagonata di milioni ai confinti dell'impero del pallone. 

 

 

 

Il progetto arabo è mostruoso: dopo gli investimenti miliardari per portare nella Saudi Pro League alcuni dei più famosi calciatori del mondo (dopo Cristiano Ronaldo, è toccato anche a Neymar, Milinkovic Savic, Kessie e decine di giocatori di prima fascia, non sempre a fine carriera), è arrivato il colpo Mancini: 30 milioni a stagione fino al 2027, con l'obiettivo dei Mondiali 2026.

 

 

 

L'allenatore jesino dovrà però fare a meno di Chicco Evani, Sandreani e Giulio Nuciari, come scrive il Corriere della Sera. Lo seguiranno invece a Riad Salsano e Lombardo, l'altro assistente Gagliardi, l'allenatore dei portieri Battara, il video analista Contran e i preparatori atletici Scanavino e Donatelli. Incerto, al momento, il destino di Lele Oriali, storico team manager azzurro. Forse perché per qualcuno i soldi non sono ancora tutto nella vita.

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