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Zola contro Mancini: "Se devo essere sincero..."

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Quella di Gianfranco Zola è la storia di un'Italia che forse non esiste più. Un bambino che, come racconta l'ex fantasista in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, viveva "in un paesino piccolo della Sardegna e il calcio di alto livello era non so quante galassie lontano da lui". Il sogno era indossare la numero 10, la maglia dei suoi idoli: Michel Platini, Zico e Diego Armando Maradona. "Vivevo di emulazione - racconta Zola - e non avendo il calcio di qualità vicino mi abbeveravo a quello che vedevo in televisione. Liberavo le fantasticherie di un bambino che guardava i calciatori e cercava di emularli".

 

 

Ma il calcio che quel bambino sardo sognava di vivere oggi è seriamente minacciato dai petroldollari degli sceicchi. I più promettenti talenti del calcio europeo sono sempre più convinti di sbarcare in Arabia Saudita, attirati dagli ingaggi fuori mercato ma anche dalla competitività offerta da leggende del calibro di Cristiano Ronaldo e Karim Benzema. "Io non mi trovo in quella situazione - spiega Magic Box - ma non è facile rinunciare a quei compensi. Mi rendo conto che i soldi sono molto importanti. Io vengo da un'epoca in cui, anche se si guardava agli ingaggi, ci tenevamo molto a giocare nei campionati più importanti, così come nelle coppe più prestigiose".

In questo senso, il pensiero va subito a Roberto Mancini e alla sua scelta di salutare la Nazionale italiana per accettare l'offerta di quella saudita. "Sono rimasto sorpreso. Se devo essere sincero, non me lo aspettavo", confessa l'ex fantasista. Il giudizio sull'ex commissario tecnico azzurro resta però positivo: "Roberto ha fatto un grande lavoro quando ha vinto l'Europeo. Non solo per il risultato, ma per il modo, lo stile in cui lo ha raggiunto". Una grande traguardo per gli Azzurri, macchiato però dalla mancata qualificazione a Qatar 2022. "Pensavo volesse arrivare ai mondiali - racconta Zola - sono, anche per questo, sorpreso e molto dispiaciuto della sua rinuncia".

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