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Thuram, non solo Lilian e Marcus: il quarto nome della dinastia

Gabriele Galluccio
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Il calcio è una questione di famiglia in casa Thuram. È proprio il caso di dire di padre in... figli. Entrambi sono primi in classifica: Marcus con l’Inter, dopo aver segnato il gol vittoria contro la Roma; Khephren con il Nizza di Farioli, che è la nuova favola calcistica d’Europa. Ripercorrere le orme di Lilian è proibitivo, essendo uno dei difensori più forti della storia, un’icona francese che ha vinto tutto con la Juventus (a parte la Champions) ed è diventato sia campione del mondo che d’Europa con la Nazionale. Un calciatore così forte da meritare di essere preso come metro di paragone, come nel caso di Mangone, soprannominato il “Thuram bianco” ai tempi del Bologna.

 

I figli però non sembrano avvertire la pressione derivante dal loro cognome, anche perché giocano in ruoli differenti: uno è attaccante, l’altro è centrocampista. Anzi, nel caso di Khephren il fatto di essere un figlio d’arte potrebbe averlo aiutato a emergere più in fretta, dato che è stato lanciato da due amici del padre, Henry e Vieira. Intendiamoci, il ragazzo non ha goduto alcun tipo di favoritismo, semplicemente c’era chi già sapeva quanto fosse talentuoso: adesso è sotto gli occhi di tutti, perché a 22 anni è uno dei centrocampisti francesi più promettenti della sua generazione. Non a caso è il giocatore più rappresentativo del Nizza, quello che con ogni probabilità l’anno prossimo verrà venduto a qualche top club per una cifra esorbitante.

TRA POGBA E VIEIRA
Non è escluso che possa raggiungere il fratello in Serie A. Mettendo da parte la suggestione di vederlo in nerazzurro con Marcus, si vocifera che la Juventus lo abbia puntato per la prossima estate. Sarebbe il degno sostituto di Pogba, anche se Khephren si ispira più a Vieira. È un centrocampista dominante sotto tutti i punti di vista: nel Nizza ha i valori più alti per riconquiste in riaggressione, passaggi, dribbling e conduzioni nella trequarti avversaria. È un calciatore fisico, moderno e completo, in grado di cambiare passo e di rompere le linee avversarie. Insomma, è materiale pregiato che in Serie A potrebbe imporsi facilmente e avrebbe pure il vantaggio della lingua, essendo nato a Reggio Emilia. Farioli si sta rivelando il maestro ideale per prepararlo al grande salto: il Nizza riprende concetti cari a Guardiola e De Zerbi, basati sul dominio del possesso, ma al tempo stesso è una squadra molto compatta e organizzata dal punto di vista difensivo (soli 4 gol subiti, 2 nella vittoria in casa del Psg).

 

In Costa Azzurra si godono il gioiellino francese consci del fatto che presto dovranno dirgli addio. A Milano invece non programmano di salutare tanto presto Marcus, che a 26 anni sta vivendo la stagione della consacrazione. In Germania era emerso chiaramente che fosse un attaccante atipico ma di talento, abbastanza da entrare nel giro di una delle Nazionali più forti al mondo. Nei primi mesi in nerazzurro ha però compiuto un salto di qualità evidente, forse avvantaggiato da un campionato che ne esalta le caratteristiche fisiche e tecniche. A Marcus veniva rimproverato di essere poco concreto quando c’era da buttarla dentro, eppure all’Inter nessun nuovo acquisto è mai stato più determinante di lui nelle prime dieci partite di campionato (4 gol e 5 assist). I nerazzurri avevano già provato a prenderlo nell’estate del 2021, con la trattativa che era saltata a causa di un infortunio al crociato. Il suo arrivo a parametro zero è uno dei migliori colpi nella storia recente della Serie A e dimostra anche che il ragazzo è ben consigliato: avrebbe potuto scegliere un ruolo da comprimario nel Psg o in Premier League, invece ha preferito una squadra che sembra cucita su misura per lui. Neanche la pressione di dover sostituire Lukaku e Dzeko lo ha scalfito, anzi sembra averlo esaltato, con l’ambiente nerazzurro che è già pronto a ergerlo a prossimo beniamino. E, viste le premesse, ha tutto il diritto di farlo.

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