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Decreto crescita, Salvini: "Addio al reddito di cittadinanza per calciatori stranieri"

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"Un reddito di cittadinanza per calciatori stranieri". Così Matteo Salvini definisce l'effetto del Decreto Crescita nel calcio, che il governo di centrodestra ha deciso di non prorogare. Positivo il commento dell'Assocalciatori italiana, negativo quello dei dirigenti dei club.

“L’obiettivo del governo è aiutare il calcio italiano anche e soprattutto valorizzando i vivai - spiega la ratio dell'intervento in manovra il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture -. Per questo motivo, la Lega ha ritenuto di stoppare la norma che consente ai calciatori stranieri di pagare meno tasse. Sono convinto che sia una scelta di equità e buonsenso. Il Decreto Crescita ha permesso ai club di acquistare atleti dall’estero con lo sconto: un aiuto straordinario, durato anni, che doveva essere l’occasione per rilanciare i nostri campionati. Rendendoli più competitivi e attraenti. Così non è stato, e mi sorprende la reazione dei club: sembra che il problema della nostra serie A sia la mancanza di una sorta di reddito di cittadinanza per i giocatori comprati oltreconfine".

 

 

 

"Io - ha aggiunto Salvini - ci metto la faccia, come sempre. Se altri colleghi hanno idee diverse, li invito a confrontarsi anche pubblicamente. Il bene dello sport italiano passa soprattutto dal calcio: sono aperto a ogni dibattito e proposta”. 

Come detto, i club di Serie A si dicono preoccupati per i minori ricavi e la scarsa competitività, mentre i calciatori italiani plaudono allo stop del Decreto Crescita che permetteva agli stranieri di godere di agevolazioni fiscali in Italia. "Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia dell'abrogazione, anche per gli sportivi, della norma sugli impatriati contenuta nel Decreto Crescita, previsione che penalizzava l'intero movimento calcistico nazionale", le parole del presidente dell'Assocalciatori Umberto Calcagno. "Finalmente dal 1 gennaio 2024 calciatori italiani e stranieri potranno competere sullo stesso piano; per questo, ringrazio chi nel governo e nelle forze politiche si è mostrato sensibile alle nostre istanze e alle sorti del calcio italiano, per tutelare lo sviluppo della filiera del nostro mondo e il futuro della Nazionale".

 

 

 

Anche l'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, ha parlato a Sky Sport affrontando l'argomento relativo all'abolizione del Decreto Crescita: "Nel momento in cui il calcio italiano sta risalendo la china nel ranking, dove tre squadre l'anno scorso hanno disputato le finali europee, e che due club saranno al Mondiale per Club, l'abolizione del Decreto Crescita è un autogol per il mondo del calcio e per l'economia del Paese. L'agevolazione fiscale rappresentava uno strumento per facilitare l'ingresso in Italia di giocatori di chiaro interesse, adesso è un handicap, e il danno prodotto sarà irrimediabile, anche per l'indotto che il calcio riesce a produrre".

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