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Juan Jesus smentisce Acerbi: "Mi ha detto neg***o. Ignobile, labiali inequivocabili"

Roberto Tortora
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La questione razziale riemersa dopo il litigio Acerbi-Juan Jesus durante Inter–Napoli di domenica scorsa non accenna a placarsi. Sembrava potersi risolvere tutto nell’immediato, con le scuse del difensore nerazzurro a quello napoletano già durante la partita. Acerbi, convocato inizialmente in Nazionale per le due amichevoli americane contro Venezuela ed Ecuador, dopo un colloquio con Spalletti in cui ha ribadito la sua innocenza e il travisamento delle sue parole, è stato rispedito precauzionalmente a casa. Al suo posto, il difensore della Roma, Gianluca Mancini. E, invece, il fuoco è tornato a divampare con un post pubblicato in tarda serata su Instagram da Juan Jesus.

Questo il testo dell’accusa del difensore del Napoli: “Per me la questione si era chiusa ieri in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire. Oggi, peró, leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà dei fatti, con quanto detto da lui stesso ieri sul terreno di gioco e con l’evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto. Il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto ‘vai via nero, sei solo un negro’. In seguito alla mia protesta con l’arbitro, ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: ‘Per me negro è un insulto come un altro’. Oggi ha cambiato versione e sostiene che non c’è stato alcun insulto razzista. Non ho nulla da aggiungere”.

 

 


Acerbi, infatti, raggiunto dai giornalisti in Stazione Centrale a Milano, ha lasciato intendere altro e cioè che c'è stata un’interpretazione sbagliata del difensore brasiliano: "Ha capito male, non devo scusarmi”. Parole che ha ribadito anche al Ct Luciano Spalletti, il quale ha motivato così la sua esclusione: “Per quello che mi ha detto Acerbi non c'è stato un episodio di razzismo, ma abbiamo una responsabilità e con cose ancora da chiarire è giusto agire. Sicuramente è un dispiacere enorme prendere queste decisioni per questi episodi qui, ma bisogna stare attenti. Ho provato a parlare con Juan Jesus, ma ha il telefono spento". Se l’insulto razziale venisse confermato, Acerbi rischierà grosso: almeno dieci giornate di squalifica o, nei casi più gravi, anche uno stop più lungo, oltre a un'ammenda salata. Potrà patteggiare, ma il tutto potrà avvenire soltanto con l’approvazione del Procuratore generale dello Sport.

 

 

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