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Mourinho non si dà pace, "difficile capirlo": esonero, altra bordata contro la Roma

Gabriele Galluccio
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È difficile essere José Mourinho negli ultimi tempi. Di “Special” gli è ormai rimasto solo l’appellativo, perché pure nelle dichiarazioni pubbliche è diventato noioso. Anzi, da quando è stato meritatamente esonerato dalla Roma si è trasformato in un disco rotto. «Difficile capire come un allenatore che raggiunge due finali europee di fila venga esonerato. Questa è l’unica cosa strana», ha ribadito il portoghese a margine della tappa della MotoGP nella sua Portimao. Mou resta aggrappato a quelle due finali, che sono l’unico motivo per il quale i Friedkin si sono fatti andare bene altrettanti campionati deludenti, conclusi con anonimi sesti posti.

Quest’anno la Roma stava andando addirittura peggio, aveva smarrito l’identità ed era uno strazio da guardare a livello di proposta calcistica. Un esordiente come Daniele De Rossi è riuscito in un paio di mesi là dove Mourinho ha fallito per due anni e mezzo: restituire gioco e risultati a una squadra che era completamente allo sbando e che adesso è in piena zona Champions, obiettivo che secondo José non era alla portata dei suoi giocatori. Nessuno dimentica né sminuisce i risultati europei ottenuti dal portoghese, ma al tempo stesso è il campo a dire che l’esonero non è stato “strano”, anzi è stata la mossa t migliore dei Friedkin.

 

Bravi e fortunati a ritrovarsi un De Rossi che è stato palesemente preso per tenere buona la piazza dopo la cacciata dell’idolo José, e che invece si è rivelato subito un allenatore molto promettente. E se neanche i risultati dovessero convincere Mou e le sue vedove della bontà della scelta operata dalla Roma, allora basterebbe ascoltare i giocatori, capitan Pellegrini in primis: sono tutti entusiasti di come De Rossi ha tatticamente, emotivamente e mentalmente dato una svolta alla squadra.

 

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