Senza peli sulla lingua, Serse Cosmi è sempre stato così. L’allenatore tra i più iconici della Serie A a cavallo tra fine Anni 90 e inizi del 2000 è tornato a far parlare di sé grazie a un intervento appassionato al 14esimo ‘Festival del Calcio Italiano’ di Arezzo. L’ex tecnico del Perugia, che in panchina ha scritto pagine indimenticabili lanciando talenti e regalando spettacolo, oggi è opinionista di Radio TV Serie A e non ha perso la sua schiettezza.
Durante la serata, infatti, l’ex allenatore del Perugia ha affrontato il tema dell’attuale Serie A e dell’impatto del mercato globale, dominato da club inglesi e sauditi che stravolgono logiche e stipendi. L’esempio scelto è stato Mateo Retegui, passato all’Al Qadsiah con un ingaggio clamoroso da 20 milioni di euro l’anno. Guardando il pubblico, Cosmi ha detto senza mezzi termini: “Nel 2000, uno come Retegui non giocava in nessuna delle prime 18 squadre di Serie A — le sue parole — Nel 2000 come faceva uno come Retegui a guadagnare 20 milioni l’anno. Non avrebbe giocato in nessuna delle prime 18 squadre di Serie A".
Retegui d'Arabia: l'Atalanta sconvolge il mercato italiano
Victor Osimhen è a un passo dal ritorno al Galatasaray. Il 26enne centravanti nigeriano, in prestito in Turchia n...Il riferimento è al campionato ancora composto da 18 compagini e non 20 come succede ormai da diversi anni. "Vi faccio i nomi degli attaccanti, non di Juventus, Milan, Inter e Roma, ma del Vicenza, del Perugia. Bazzani prendeva 250 mila euro al Perugia e aveva valori tecnici superiori”. Ma altri attaccanti del Perugia di allora: da Miccoli a Vryzas, sapevano fare la differenza. “Questi se lo mangiano un Retegui, nemmeno lo vedono”. E ancora: “Anche Hubner fu capocannoniere, ma era cento volte più forte”. Un intervento nostalgico e tagliente che riaccende il dibattito sul livello tecnico e sulle dinamiche economiche di un calcio sempre più distante dai suoi anni d’oro.