Se prima della “prima alla Scala” contro la Cremonese sembrava davvero un Milano diverso, ecco che ora emergono gli altarini di una filiera... improduttiva. Allegri chiede, Tare media, Furlani nega. L'inserimento del direttore sportivo, così, non è altro che un passacarte. Servire solo a fare da filtro tra il tecnico e l'amministratore delegato in modo che possa convivere. Ma non è vita, questa: è sopravvivenza. Che porta, se va bene, a un ottavo posto. La storia del lavoro di squadra è, appunto, una storia. Tappeto sotto al quale viene nascosta polvere (da sparo?).
L'allenatore propone nomi pronti all'uso, il ds prova a coniugare l'esigenza sportiva con quella finanziaria, l'amministratore delegato rende prioritaria l'esigenza finanziaria su quella sportiva. E l'ultima parola spetta (ancora) a lui. Quindi al «proviamo a prendere Vlahovic?» viene risposto «prendiamo Harder», senza alcuna via di mezzo. Intanto lo Sporting fa sapere che Harder non parte se prima non arriva un sostituto, così il Milan rimane appeso. Allora Moncada, spedito in Spagna a vedere qualche partita, propone Lukebakio del Siviglia. Qualche intermediario viene a sapere della situazione e butta lì Fabio Silva, già cercato dalla Roma.
Milan, la chat privata di Jimenez contro Allegri: esplode lo scandalo
Anche Alex Jimenez è finito nella rete di Fabrizio Corona e ora il Como si fionda su di lui per toglierlo dai ca...Profili diversi dal punto di vista tecnico ma allineati alla stella polare finanziaria. Perché? Costano tutti 20-25 milioni (ci torniamo in fondo al pezzo). Sembra non avere le idee chiare negli uffici del Milan. In realtà hanno semplicemente idee diverse tra loro. La prima, illusoria parte di mercato seguiva vagamente una logica tecnica, e probabilmente Tare aveva un margine di manovra del tipo «vediamo che sai fare» (per i piani alti, l'inserimento del ds è una specie di test: se va male, aveva ragione di fare all'americana). Da anni mancavano centrocampisti di palleggio e QI calcistico sopra la media? Eccone tre: Ricci, Modric, Jashari. Tre che, per quanto ci riguarda, dovrebbero giocare insieme, e il Milan avrebbe risolto la metà dei suoi problemi. Invece dal basso viene chiesto un incursore con il gol in canna perché... non c'è un centravanti dal rendimento sicuro, allora dall'alto viene fatto notare che il mercato è stato sbagliato.
Allegri chiede Rabiot, e ieri sono stati avviati contatti con il Marsiglia nella speranza che Furlani conceda una deroga, mentre viene proposto Fabbian perché... è rivendibile. Il cardinalesimo, e il furlanesimo di conseguenza, vogliono che, anziché concentrare gli investimenti su pochi giocatori su cui fondare un progetto sportivo a lungo termine (alla Tonali o, quest'estate, alla Leoni), vengano distribuiti su tanti profili da plusvalenza. Usano nel calcio le logiche dei fondi di investimento. Jashari è un'eccezione concessa per testare il ds, ma la linea guida fissa a 20-25 milioni il prezzo massimo di acquisto strategico perché non ci perdere mai.
A questi giocatori dai 20 ai 24 anni viene offerto un quinquennale in modo che, dopo due stagioni, il 40% del costo del cartellino sia ammortizzato ea quel punto bastino 12-15 milioni per generare plusvalenza. Funziona sempre, anche quando fanno pietà, vedi Okafor ceduto a 19 milioni dopo due annidi nulla. Così nel Milan, di nuovo, nonostante un ds, non si intravede una strategia di mercato che metta al centro il campo. Non si investe sul rendimento della squadra per migliorare i bilanci ma si vendono e comprano giocatori per tenere i bilanci in ordine a prescindere dal rendimento della squadra. Un club di calcio al contrario.