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Ong, il gioco sporco: non vogliono i centri profughi, cosa c'è dietro

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Alessandro Gonzato
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Le vacche grasse sono finite. La mangiatoia ha chiuso. L’ha chiusa Matteo Salvini, unico ministro dell’Interno di centrodestra degli ultimi 12 anni se si esclude il governo insediatosi 6 mesi fa. Il capo della Lega, quando sedeva al Viminale, ha ridotto i fondi destinati al business dell’accoglienza e il business oggi è diventato poco conveniente, in molti casi penalizzante per titolari di alberghi e cooperative. Gli alberghi ora ci guadagnano molto di più coi turisti che coi migranti. E molte cooperative andrebbero in perdita. Da Nord a Sud salvo rare eccezioni i centri che ospitano i migranti sono pieni e i gestori delle strutture disertano i bandi. 

Il caso di Bari è emblematico, e parliamo di Bari perché non ha accolto nessuno dei 339 immigrati sbarcati venerdì a Brindisi dalla nave norvegese Geo Barents della Ong Medici Senza Frontiere, e infatti gli stranieri sono stati destinati al Piemonte, alla Lombardia, al Veneto e all’Emilia Romagna, tre su quattro regioni di centrodestra e a parti inverse il centrosinistra si sarebbe prodigato nelle solite accuse strumentali. A Bari peraltro era successa la stessa cosa il 26 marzo, quando sempre la Geo Barents aveva sbarcato altre 190 persone prese nel Mediterraneo. Il prefetto del capoluogo pugliese, Antonella Bellomo, aveva sollevato la questione della mancata risposta delle strutture di accoglienza, le stesse che fino a pochi anni fa facevano a gara per accaparrarsi gli stranieri. D’altronde le stanze d’albergo e dei bed and breakfast vanno via mediamente a 100 euro a notte - parliamo della fascia media - e in estate quando le partenze dal Nordafrica potrebbero essere ancora di più i prezzi saliranno ancora.

 

 


Il ministero dell’Interno, invece, per ciascun migrante di euro ne offre 33 per vitto e alloggio, e qual è l’imprenditore che rinuncia a un terzo del proprio guadagno per ospitare i migranti? Che prima alcuni albergatori (una minoranza) accogliessero gli stranieri solo per arricchirsi o per sistemare i bilanci è un dato di fatto, alcuni lo hanno detto senza problemi, d’altronde business is business, gli affari sono affari. E adesso che gli affari non sono più vantaggiosi e che le cooperative rosse sono sparite i migranti li prenda qualcun altro. Già, ma chi? Il Viminale ha già annunciato che per far fronte all’ondata aprirà nuovi centri di permanenza, però servirà tempo.

IL TRASPORTO IN BUS
È un’emergenza continua, nessun imprenditore vuole più farsene carico. Diverso è il discorso per il servizio di trasporto in pullman dei migranti, che a Bari è appena stato assegnato per 2 euro a chilometro e dato che le tratte spesso sono di 1.500 chilometri tra andato e ritorno, si capisce che in questo settore ci sia ancora interesse ad occuparsi di immigrazione. Pochi giorni fa è stato il prefetto di Belluno a lanciare un appello ai privati perché si facciano carico dei nuovi arrivati. Ha pubblicato altri due bandi, scadono il 20 aprile e vedremo in quanti si saranno fatti avanti. In precedenza era stato il collega di Parma a rendere noto che all’ultimo bando per trovare un alloggio ai richiedenti asia incandescente lo non aveva risposto nessuno. È cambiato il mondo. Ma signori, dov’è finito il buon cuore? Sparito, come il business. Sono lontani i tempi in cui le cooperative vicine ai Dem e le Ong si precipitavano a ogni richiesta di spalancare le porte. Un tempo, ma neanche tanto tempo fa, il problema dei bandi era il sovrafollamento. Ora è il deserto. E chissà perché. 

 

 

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