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Migranti, tutte le giravolte della Francia sui controlli a Ventimiglia

Francesco Storace
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Ci aiutano, anzi no. Antiterrorismo transalpino schierato a Ventimiglia, anzi no. Ma la sostanza quella è: i francesi non vogliono un solo migrante che sia uno proveniente dall’Africa via Italia. Non proprio un segnale di benevolenza di Macron: nel suo paese si tengono i nostri brigatisti, ma i clandestini no. In una giravolta di fatti e di smentite, Parigi ha mandato per tutta la giornata di ieri segnali contraddittori. Quelli che promettevano di aiutarci, hanno addirittura mandato elicotteri in perlustrazione per controllare il passaggio da una frontiera all’altra. Tutto ruota attorno alla frontiera di Ponte san Ludovico, quella che corre parallela al mare e che porta dritti dritti a Mentone, dove tutto scorre come sempre. Di qua la polizia italiana, di là la Géndarmerie, la caserma di Pont St. Louis dove si fa spazio per un centro di identificazione che servirà sostanzialmente a identificare e respingere in Italia i profughi.

 

 

I furgoni della Police nationale scendono dalla stazione di Menton Garavan dove i controlli si sono fatti più pressanti. Il rumore sordo dell’elicottero della Douane francese che sorvola la zona completa il quadro. Ma sembra uno spreco di risorse inutile, perché i francesi sanno benissimo che di giorno, sui sentieri che portano dall’Italia alla Francia, di migranti non ce ne sono. Manovre antiterrorismo: Parigi ci mette ore e ore per “smentire”.

La prefettura del dipartimento francese delle Alpes-Maritimes, la regione della frontiera di Ventimiglia, ha affermato ieri sera all’Ansa che «alla frontiera con l’Italia non c’è mai stata alcuna missione antiterrorismo». «Sono dispiegati 120 militari della Border Force che assicurano, notte e giorno, azioni di sorveglianza della frontiera - spiega la prefettura - con missione di dissuasione, raccolta di informazioni sul terreno e individuazione di stranieri in situazione irregolare nella striscia di confine, così che i poliziotti possano procedere al loro fermo e riconsegna alle autorità italiane».

 

 

Riconsegna alle autorità italiane, appunto. Collaborazione per un’azione comune nemmeno un accenno. È guerra di nervi, per ora. Ad essere preoccupato è il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro, della Lega: «Certo che se noi rimettiamo 4 migranti e la Francia ce ne respinge 150 o 200 al giorno, pongo l’interrogativo allo Stato italiano, se sia il caso di rivedere questa organizzazione». Sull’ipotesi di realizzare un centro di accoglienza nell’ex Ferrotel della stazione di Ventimiglia per chi chiede asilo nel nostro Paese, il sindaco avverte: «C’è una proposta della Prefettura di Imperia alle Ferrovie. Bisognerà valutare la capienza e le condizioni dell’immobile. Siamo favorevoli a valutare qualsiasi soluzione, pur di togliere i bivacchi in città o evitare che qualcuno sfondi i portoni per trovare rifugio negli androni dei condomini, ma chi non vuole farsi identificare deve essere allontanato». Bisognerà dargli una risposta seria. 

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