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Terrorismo, espulso gambiano di 28 anni: "Addestrato nei campi dell'Isis"

Fabio Rubini
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Si chiama Sillah Ousman il 28enne gambiano che ieri è stato espulso dall’Italia perché ritenuto legato al terrorismo. Sbarcato clandestinamente nel 2016, Ousman era finito nel mirino degli inquirenti perché legato al connazionale Alagie Touray, arrestato nel 2018 al termine di un’operazione congiunta Digos-Ros, con l’accusa di terrorismo. Durane le indagini emerse che Sillah aveva frequentato in Libia un campo di addestramento dell’Isis. Condannato a 5 annidi reclusione dalla Corte d’Assise di Napoli per partecipazione all’organizzazione terroristica “Stato Islamico”, quando è uscito dal carcere è stato collocato nel Cpr di Bari in attesa di perfezionamento delle procedure di rimpatrio. Sillah nel frattempo aveva presentato istanza di protezione internazionale, che è stata bocciata. Così ieri il gambiano è stato prelevato dal Cpr di Bari e rimpatriato nel suo Paese - su ordine del Prefetto di Cosenza - con un volo charter per il Gambia.

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Con quella si Sillah Ousman salgono a 712 le espulsioni e gli allontanamenti di para-terroristi eseguite in Italia dal 2015 ad oggi. Di queste 54 sono state ordinate e rese operative nel 2023. Intanto anche l’Europa che brucia sotto i colpi del terrorismo islamico costringe Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, a battere un colpo. Dopo anni di alzate di spalle verso gli allarmi lanciati dai Paesi del Mediterraneo, sul rischio che l’immigrazione incontrollata e incontrastata potesse portare con sé i germi del terrorismo, Ursula s’è risvegliata e ieri, al termine del punto stampa congiunto col premier belga Alexandre De Croo, a seguito dell’attentato di lunedì a Bruxelles, ha spiegato che «non esiste spazio e tolleranza zero per l’odio in Europa. Sappiamo che l’incitamento all’odio porta ad atti terribili». E ancora: «Una dimensione specifica riguarda le persone che sono considerate una minaccia per la sicurezza e hanno ricevuto ordine di rimpatrio. Attualmente può essere chiesto loro di andarsene volontariamente. Dobbiamo cambiare urgentemente questa situazione».

 


Per questo, annunciato la von der Leyen i membri della Commissione europea hanno proposto «che se una persone è considerata una minaccia per la sicurezza nazionale, gli Stati membri devono avere il potere di costringere la persona ad andarsene». E non è tutto, perché la presidente ha anche spiegato che «dobbiamo lavorare sui rimpatri come Team Europe. Insieme agli Stati membri e alla Commissione abbiamo maggiore influenza. Intensificheremo i nostri sforzi nei confronti dei Paesi di origine e di transito». Una presa di posizione che in Italia fa esultare soprattutto la Lega, che però si chiede: «L’Europa vuole espellere i migranti pericolosi. Bene.

Ma chi avvisa alcuni giudici, a partire da quelli scesi in piazza contro Matteo Salvini?», con un chiaro riferimento alla vicenda del magistrato Iolanda Apostolico, che nelle scorse settimane ha liberato i migranti contravvenendo ai decreti sicurezza del governo. Intanto il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo ha presentato un progetto di legge per preparare professori e alunni ad eventuali minacce terroristiche: «La nostra proposta, prevede la promozione di una specifica formazione rivolta agli Studenti che permetta di orientarsi ed agire in situazioni di emergenza e la predisposizione di protocolli da mettere in atto per agevolare l’intervento delle Forze armate e di Polizia». Sempre restando in casa Lega, Salvini ha annunciato che la manifestazione del 4 novembre si terrà a Milano in Largo Cairoli. Per Fratelli d’Italia, invece, è il capodelegazione a Bruxelles, Carlo Fidanza, a commentare: «Ben vengano le parole della von der Leyen. Ci auguriamo che si agisca da subito, senza tentennamenti da parte delle sinistre europee che con i loro distinguo, quando non aperti boicottaggi, hanno reso difficile ogni provvedimento di questo genere». 

 

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