Coronavirus, Paola Natali consegna le mascherine agli ospedali: "Io, bergamasca, vi spiego questo orrore"
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che nel 2020 potesse accadere tutto questo. Da bergamasca provo una rabbia infinita ed un dolore indescrivibile, insieme alla consapevolezza che si deve fare qualcosa per poter evitare che ci possano essere altre vittime. Impotente davanti ad una gestione dell’emergenza che evito di commentare, dove spesso i medici in prima linea vengono lasciati senza presidi indispensabili per poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza, a seguito di decine di telefonate da parte di dottori e di sindaci , decido di organizzarmi e grazie alla mie rete di conoscenze mi attivo . Nel giro di tre giorni solo ed esclusivamente grazie a donazioni di privati riesco a recuperare 1400 mascherine Fpp2 , regalate dall’azienda Kapriol che ho consegnato personalmente al San Carlo tramite il Dott Luperini, all’ospedale di Zingonia ed al Bassini tramite il Dott Gentile, al comune di Osio Sotto, Davide che vuole rimane anonimo mi contatta dopo aver visto quanto pubblicato e mi omaggia di 1200 mascherine chirurgiche, di 280 mascherine fpp2 , di 180 mascherine FPP3 e di 150 tute monouso che consegno al direttore generale ATS di Bergamo , ad Alzano Lombardo ed in parte al San Carlo.
Oggi mi telefona il Dott Sergio Wu ed insieme al figlio Alessandro mi comunicano che l’associazione di donne cinesi in Milano ha deciso di donare 700 mascherine Kn95, 130 camici monouso e 60 occhiali monouso . Nel video la consegna di una parte al comune di Senago, nei successivi giorni porteremo i presidi ai medici ed alle guardie mediche, a Montello ed a Grumello.
In 3 giorni piu di 4100 presidi medici da destinare al personale in prima linea il tutto solo grazie a donazioni di private ed io consegno direttamente , organizzo il tutto in base alle richieste che arrivano dal territorio e grazie ad amici vado a recuperare il materiale ed a consegnare. Ogni sindaco che contatto ed ogni dottore ti racconta la dura e drammatica verità e lo strazio quotidiano. Non faremo molto ma di certo senza presidi non si può lavorare in sicurezza e non possiamo permetterci di fare contagiare ancora altri medici , infermieri e personale sanitario.