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Sci, il trionfo azzurro nella discesa annuncia i Giochi: Goggia, Brignone e Fanchini

La Valanga Rosa è tornata. E punta dritto verso Pyeongchang a meno di un mese dai Giochi. A Bad Kleinkirchheim è andata in scena una giornata storica per lo sci italiano: Sofia Goggia ha ottenuto la terza vittoria in Coppa del Mondo imponendosi nella discesa libera davanti a Federica Brignone, vincitrice ieri in superG e al primo podio in assoluto in questa prova, e a Nadia Fanchini, splendida terza con tanto di dedica alla sorella Elena, che nei giorni scorsi ha scioccato il mondo del circo bianco annunciando di doversi fermare a causa di un tumore. Un podio interamente 'made in Italy' che non si era mai verificato, a livello femminile, in discesa libera. Non che le azzurre non avessero già abituato a simili imprese, considerando il grande contributo offerto nella scorsa stagione (quella dei record di podi in Coppa del Mondo) e la tripletta arrivata ad Aspen l'anno scorso nel gigante (vittoria di Brignone su Goggia e terza piazza per Bassino). Che la pattuglia italiana fosse particolarmente in palla è parso chiaro fin da subito. Goggia e Brignone, scese con il pettorale 5 e 2, hanno tracciato un solco importante che nessuna delle avversarie - dalla padrona di casa Anna Veith passando per le svizzere Lara Gut e Jasmine Flury fino a 'sua maestà' Lindsey Vonn - è riuscita a colmare. La ciliegina sulla torta è arrivata qualche minuto dopo con il terzo posto centrato da Nadia Fanchini, brava a inserirsi davanti a un'altra delle favorite, Tina Weirather. Neanche la straordinaria prestazione della francese Tiffany Gauthier, partita con il pettorale numero 36 e arrivata ad appena 14 centesimi dal podio, ha rovinato la festa azzurra, restando confinata a un brivido lungo la schiena, niente di più, in una gara anomala per le complicate condizioni atmosferiche che hanno spinto gli organizzatori ad abbassare la partenza al superG. La neve ghiacciata e la scarsa visibilità hanno frenato tutti ma non le atlete italiane. Che si sono buttate senza paura sulla pista tecnica intitolata a Franz Klammer. "E' stata una giornata pazzesca per me. Penso di non aver mai sciato così forte in una discesa libera", ha sentenziato un'entusiasta Goggia, che tra un passo di dab e un selfie ha voluto rivolgere un pensiero anche alla compagna di squadra Nadia, alle prese con il difficile momento che sta attraversando sua sorella. "Sono molto contenta della tripletta italiana ma soprattutto per Nadia, perché il suo podio vale più della mia vittoria. Ieri ero abbastanza arrabbiata con me stessa, oggi volevo concretizzare - ha sottolineato - Sentivo qualcosa di diverso nella mia sciata, con la gara accorciata pensavo che i distacchi fossero inferiori invece è stata una giornata pazzesca per me. Paragone con la tripletta di Aspen? Erano passati vent?anni dalla ultima tripletta, mentre ora sono passati pochi mesi, ciò significa che non ci fermiamo mai". Non si ferma mai neanche Federica Brignone, che chiude il weekend austriaco nel miglior modo possibile, confermando l'ottimo momento dopo il trionfo nel superG di sabato. "E' stato bellissimo oggi, era una gara difficile, con la prova che precedeva la gara. La neve è cambiata, era più invernale. Per fortuna la giuria ha deciso di far partire la gara dal superG levando il piano iniziale - ha raccontato la valdostana - Queste condizioni per noi andavano bene ed è stato bello condividere insieme il podio". E' inevitabile invece chi sia il destinatario del podio, il quattordicesimo in carriera, di Nadia Fanchini. "Per me vale più di una vittoria - ha confessato - E' stata una grande impresa che dedico proprio ad Elena". La sciatrice bergamasca, costretta ad operarsi due volte alla spalla, è a sua volta reduce da un momento difficile. "Sono tre mesi che ho messo gli sci e non avrei mai creduto di potercela fare. Ora sono felice - ha proseguito - Mia sorella era felicissima, mi ha fatto i complimenti. Eravamo abbastanza emozionate. E' un risultato importante, ora bisogna andare avanti". Dalle gare della prossima settimana a Cortina, su una pista che si addice molto alle caratteristiche delle azzurre, fino all'obiettivo olimpico di febbraio, il terreno non manca. E le azzurre non vogliono certo fermarsi.

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