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Ong, anche Repubblica confessa: "Adesso dalle coste della Libia...". Trionfo per Matteo Salvini

Davide Locano
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Da settimane, mesi, anni, Repubblica dedica pagine su pagine a difendere le Ong, le Organizzazioni non governative nel mirino per i salvataggi degli immigrati in mare. Il quotidiano le ha difese da Marco Minniti prima e da Matteo Salvini poi, i quali stanno cercando di arginare i loro interventi nei pressi delle coste della Libia, quegli interventi che hanno portato il leghista a ribattezzare le Ong "i taxi del mare". Repubblica, da par suo, ha sempre negato che le Ong condizionassero le scelte dei trafficanti e degli stagisti. Peccato però che, come nota Il Fatto Quotidiano, in un reportage da Trapani pubblicato sabato sul quotidiano, l'inviata Alessandra Ziniti racconti l'esatto opposto. Nell'articolo, infatti, si legge: "Senza più le navi delle Ong ad intercettare le imbarcazioni dopo poche ore di navigazione, senza un vero dispositivo di controllo militare, pian pianino i trafficanti di uomini hanno rimesso in mare barchini e barconi capaci di non affondare subito e hanno riacceso la vecchia rotta per Lampedusa". Leggi anche: Toni Capuozzo: "Basta balle, chi c'è davvero su quelle navi" Ma come? Già, perché uno degli argomenti sostenuti dai governi Gentiloni e Conte è che la presenza delle Ong vicino alle coste della Libia spingesse i trafficanti ad utilizzare natanti che sarebbero subito affondati (punto sul quale insiste Salvini: il ministro sottolinea come il pugno di ferro serva anche a diminuire il numero di vittime). Insomma, la confessione di Repubblica arriva nascosta in un reportage: anche il quotidiano in primissima linea contro Salvini e in difesa dell Ong riconosce, di fatto, che i trafficanti mollavano i migranti in mare vicino alle coste della Libia perché tanto proprio le Ong li avrebbero salvati. Ma, ora, la musica è cambiata.

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