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Brindisi, le piste dietro l'attentato: mafia, terrorismo, gesto di un folle

Bomba alla scuola, sospetti sulla Sacra Corona Unita ma le modalità sono anomale. Si parla di anarchici o di movente passionale, prende quota l'ipotesi di balordi isolati

Giulio Bucchi
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L'unica certezza sull'attentato dalla scuola di Brindisi in cui ha perso la vita la 16enne studentessa Melissa Bassi è che si è cercata la strage. La mano che si nasconde dietro al gesto, però, è avvolta dal mistero. Criminalità organizzata, pista eversiva, movente passionale, atto isolato di un folle? Gli inquirenti per ora non si sbilanciano perché la ricostruziona è ancora nebulosa. E il ritrovamento del telecomando con cui è stato fatto scattare il timer collegato alle tre bombole di gas non aiuta ancora le indagini. Ma incombe un incubo inquietante: manovalanza locale assoldata da organizzazioni eversive con fini ben più alti. E lo spettro dello stragismo dietro l'angolo. In questo senso, le parole del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso sono chiare: "Allo stato non è stata fatta alcuna rivendicazione ma questo è terrorismo puro. Otto milioni di ragazzi e 30 milioni di familiari si chiederanno lunedì se la scuola è sicura. Noi diciamo: non toccate i ragazzi. Hanno ucciso una ragazza, nel cui quaderno c'era scritto: 'Lezioni di legalità. Domande e risposte sulla Costituzione'. Questa è la ragazza che hanno ucciso" La pista Sacra Corona Unita - Il procurato aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, pur nella prudenza delle prime ore, aveva parlato della bomba come il fatto "più grave dalla terribile stagione del '92 e '93, che sembra volerci fare piombare in un'epoca buia". E il sindaco di Brindisi Mimmo Consales aveva nominato per primo la criminalità organzzata. E qui, a Brindisi, la criminalità organizzata è la Sacra Corona Unita. l'organizzazione nata con il boss Giuseppe Rogoli a Mesagne, da dove è partito l'autobus di Melissa. La pista mafiosa pareva obbligata anche perché il clima a Brindisi nelle ultime settimane era incadescente. Le iniziative della Dda contro le famiglie, l'operazione Die Hard che ha portato a maggio agli arresti di 16 presunti affiliati. E ancora: l'attentato del 5 maggio all'auto del presidente dell'antiracket brindisina Fabio Marini e l'allarme lanciato al ministro degli Interni Cancellieri dal presidente della Provincia Massimo Ferrarese. A far propendere per la pista mafiosa ci sono altre coincidenze: il nome della scuola, intitolata al magistrato Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo, vittime illustri di Cosa Nostra 20 anni fa esatti nella strage di Capaci. E il fatto che proprio a Brindisi sarebbe sfilata la carovana anti-mafia di lì a poche ore.  I dubbi sulla mafia - Il ministro Cancellieri però ha commentato parlando di "attentato anomalo". Anomalo per gli strumenti e le finalità. Che lo stesso sindaco Consales ha poi sottolineato, ribaltando il giudizio iniziale: "La Sacra Corona Unita usa tritolo, effettua gesti dimostrativi, non colpisce ragazzi e studenti. In questo caso ivnece c'era un timer e hanno usato bombole di gas. Francamente, gli strumenti utilizzati non rispondono alla metodologia della criminalità organizzata e men che meno a quelli della Sacra Corona Unita". "Che la mafia faccia scoppiare delle bombole e uccidere delle persone - aggiunge il capo dell Polizia Antonio Manganelli - con gli autori che si preparano a prendere l'ergastolo una volta scoperti per un fatto di mero simbolismo mi sembra un'ipotesi azzardata". Pista eversiva - La dinamica fa pensare a un gesto meditato, studiato per uccidere più persone possibili. Il timer era posizionato alle 7.55, l'orario di massima affluenza nell'istituto. Doveva essere una strage, occorre capire perché il detonatore sia scattato 10 minuti prima del previsto. Qualcuno ha parlato se non di criminalità organizzata almeno di organizzazione criminale. Anzi, eversiva e terrorista, in linea con il clima incendiario di questi mesi. Gli anarchici? Da escludere, sarebbe la prima volta nella loro storia di vittime anonime, civili, slegate da ogni contesto politico. Pista straniera? La Grecia è vicina, gli anarchici ellenici sono probabilmente più aggressivi dei colleghi italiani ma anche in questo caso i dubbi sono tantissimi. E allora, non è impossibile pensare a manovalanza locale, anche bassa, assoldata da organizzazioni eversive nazionali con fini ben più alti, anche se il fatto che l'ordigno non fosse poi così sofisticato alimenta altri dubbi. Una bomber - Il sindaco Consales non ha escluso il gesto di un folle isolato, un "Unabomber" pugliese o di altra provenienza. Anche in questo caso, è difficile: il congegno esplosivo era artigianale, sì, ma assai complesso. Più che un folle, un criminale vero e proprio. Ma resta il fatto che l'attentato appare troppo strutturato (il telecomando, per esempio) perché sia il frutto della mente di un solo malato od esaltato. Forse, allora, bisogna puntare su una banda di piccola malavita locale, balordi isolati in un piccolo nucleo. Pista passionale - Una voce, nulla più: pista passionale, il gesto di un innamorato deluso o respinto. Al momento, nessuno ci crede. Manganelli ha definito l'ipotesi "poco verosimile" ma non è possibile escluderla, semplicemente perché quanto successo a Brindisi va al di là di ogni più tremendo precedente.  

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