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Arrestato Ponzellini, ex presidente Bpm:corruzione da 5,7 milioni

Il banchiere ai domiciliari con l'accusa di appropriazione indebita: concedeva finanziamenti e crediti irregolari agli imprenditori

Giulio Bucchi
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L'ex presidente della Banca Popolare di Milano Massino Ponzellini è agli arresti domiciliari si ordine della magistratura milanese. Stesso provvedimento è stato notificato all'imprenditore Antonio Cannalire, mentre Francesco Corallo, destinatario di un ordine di custodia in carcere, è irreperibile. Le accuse, a vario titolo, sono infedeltà patrimoniale e associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di più delitti (corruzione, corruzione privata, appropriazione indebita, violazione del divieto degli esponenti bancari di contrarre obbligazioni, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio). Finanziamenti irregolari - Secondo l'ipotesi d'accusa, in particolare, sarebbero stati erogati ingentissimi finanziamenti, indebitamente concessi anche grazie alla falsificazione dei procedimenti valutativi degli organi della Banca, in favore di diverse società, i cui amministratori avrebbero corrisposto e promesso somme di denaro, quantificabili in circa 5,7 milioni di euro, al fine di ricevere favori nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito bancario. Sospetti su Milanese - Anche il deputato del Pdl Marco Milanese, già indagato per associazione per delinquere e corruzione, avrebbe preso tangenti per fare una legge sul gioco d'azzardo che ha favorito la Atlantis-Bplus di Francesco Corallo. A scriverlo è il giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo nell'ordinanza d'arresto per Ponzellini e gli altri indagati. La legge era stata promulgata ufficialmente per raccogliere fondi per il terremoto in Abruzzo, di cui Milanese è stato relatore con delega ministeriale. Ma il deputato respinge le accuse e diche che "quanto riportato dalle agenzie di stampa riguardo ad un'ipotetica corruzione da parte di Francesco Corallo per interventi in suo favore è completamento falso e privo di ogni fondamento. Gli atti parlamentari dimostrano inequivocabilmente che non sono stato sottosegretario all'Economia e alle Finanze, che non sono stato relatore del 'decreto Abruzzo' con norme che riguardavano il gioco d'azzardo e che sono stato relatore, invece, della legge di stabilità per il 2011, con la quale sono state introdotte misure severe e molto stringenti per le società concessionarie aventi sedi nei paradisi fiscali o non facilmente identificabili quanto alla composizione sociale".

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