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Delitto Yara: Il capo dei Ris e lo strano doppio incarico

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Alessandra Menzani
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Il comandante dei Ris di Parma, Giampietro Lago, ha lavorato sul caso di Yara Gambirasio in una doppia veste. Uomo dell' Arma e biologo di fiducia del pm. Incassando, oltre al normale stipendio, un' altra «liquidazione» che né l' interessato né la Procura di Bergamo intendono rivelare. Mentre Lago guidava il reparto di investigazione scientifica che dava la caccia al killer della 13enne, aveva infatti ottenuto un incarico dalla titolare della stessa inchiesta, Letizia Ruggeri, per «espletare consulenza tecnica genetica». Come chiarisce a Libero il pubblico ministero, Lago è stato scelto in qualità di scienziato, come se fosse un vero e proprio perito esterno. Una decisione analoga ha premiato la competenza del laboratorio di genetica forense dell' Università di Pavia, il cui responsabile è Carlo Previderè: anche lui ha dovuto scandagliare le tracce di ignoto 1, che secondo l' accusa corrispondono al profilo genetico del muratore di Mapello, Massimo Bossetti. Yara era scomparsa fuori dalla palestra di Brembate Sopra, Bergamo, il 26 novembre 2010 ed è stata trovata cadavere tre mesi dopo, in un campo a Chignolo d' Isola. Ricorderete. Per scovare il colpevole era stata avviata una ricerca a tappeto sul Dna rinvenuto sul corpo della vittima: una sfida difficile ma stimolante, tanto che il dottor Previderè ha accettato l' incarico di consulenza facendosi pagare solo le spese vive. È successa la stessa cosa col comandante dei Ris? Quest'ultimo, per effettuare approfondimenti, ha avuto carta bianca dal pm. Come scrive lui stesso in una relazione depositata negli atti dell'inchiesta, il magistrato gli ha concesso di «utilizzare le strutture del Ris e, ove necessario, anche altre strutture, pubbliche o private, anche al di fuori del territorio nazionale» e di «avvalersi per gli spostamenti del mezzo proprio» e di altri «ausiliari tecnici». L'indagine del dottor Lago è stata delicatissima: doveva ricavare «ogni informazione tecnicamente possibile dal materiale genetico estratto dai reperti (...) relativamente al profilo della vittima e al profilo maschile individuato come "ignoto 1" con particolare riferimento a dati diversi da quelli già tipizzati dal Ris di Parma». Un lavoraccio. Infatti Giampietro Lago, tenente colonnello dei carabinieri, biologo, dottore in scienze forensi e comandante dei Ris si è avvalso di strutture «specializzate e in particolare la "The George Washington University - Department of ForensicSciences" per le applicazioni sperimentali sulla determinazione dei tratti somatici» e l' università degli studi di Firenze «per le applicazioni relative alla tipizzazione del mtDna da traccia complessa (degradazione e mistura)». L' incarico a Lago è stato conferito il 26 settembre 2011 negli uffici della Procura di Bergamo, e si è messo al lavoro due giorni dopo, a Parma. «Ho fatto una consulenza tecnica come mi è stato chiesto dall' ufficio conferente l' incarico» spiega a Libero il comandante dei Ris. Domanda: è stato pagato per questa consulenza? «Non intendo rispondere, perché riguarda la mia persona e l'ufficio che mi ha dato l' incarico». Non si sbottona neanche il procuratore della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori: «Mi astengo da qualsiasi commento, anche perché è in corso il dibattimento. Parliamo di cose arcinote, ma la sede per discuterne è il processo». D' accordo, ma si può sapere se il dottor Lago è stato pagato anche come consulente? «Non commento» ribadisce Dettori. Letizia Ruggeri, invece, sottolinea a Libero che «ho conferito l' incarico al dottor Lago come biologo, quindi come consulente tecnico sugli aspetti che avete sentito. Quanto attiene alla liquidazione è di rilievo soltanto per i diretti interessati, non vedo un interesse pubblico alla conoscenza di questo aspetto». Tutte le spese per il caso di Yara sono elencate nell' ultimo di 60 faldoni che sono stati depositati come atti dell' inchiesta. Snocciola tutti gli interventi effettuati e i relativi costi. Costi che sono stati sostenuti dallo Stato. Matteo Pandini La risposta - In giornata è arrivata la risposta a Giampetro Lago a Libero: "Il tenente colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma, non ha percepito, quale consulente tecnico nominato d'ufficio in data 22 settembre 2011 dalla procura della Repubblica di Bergamo, alcun compenso in denaro. L'ufficiale, pur avendone legittimo titolo, non ha avanzato nessuna richiesta di liquidazione sia per l'attività svolta sia per le spese sostenute": lo dichiara il Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche in relazione all'articolo del nostro quotidiano. 

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