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Il voto studentesco: sorpresa a scuola, la destra prende quattro volte il Pd

Alessandra Menzani
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Diciottomila voti e 32 eletti su 58. Praticamente il doppio di quanto ha preso la lista "antifascista" e addirittura il quadruplo dei giovani democratici. Le elezioni della Consulta degli studenti sono state un trionfo della destra. E a rendere questo successo ancora più clamoroso c' è il fatto che è stato ottenuto proprio a Firenze, la città di Matteo Renzi, una delle roccaforti rosse per definizione. «La nostra forza è il programma», spiega Anthony La Mantia, responsabile nazionale di Azione studentesca, gruppo vicino a Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d' Italia. Un programma molto concreto, fatto di edilizia scolastica, trasporti, richiesta di un incontro col ministro Fedeli per parlare in particolare dell' alternanza scuola-lavoro. E poi sport, arte, musica... I loro avversari, invece, avevano le idee parecchio più confuse. I giovani democratici, racconta La Mantia, «un programma non ce l' avevano nemmeno». E questo, evidentemente, agli elettori non è piaciuto affatto. Così come non sono piaciute le proposte dell' estrema sinistra dei collettivi: «In un istituto hanno chiesto addirittura di fare un unico bagno per maschi e femmine. Noi pensiamo a cose più pratiche, come ad esempio aggiustare i tetti delle scuole». Certo, in una città come Firenze, comunque, fare politica a destra non è facile. Almeno in alcune zone. «Il clima è sempre caldo», continua il responsabile di Azione studentesca, «soprattutto nelle scuole del centro. Ogni volta cercano di impedirci di volantinare e espongono striscioni in cui chiedono di chiudere Casaggì (il centro sociale di destra che ha aperto nel capoluogo toscano una decina di anni fa, ndr). Invece negli istituti della periferia e della provincia la sinistra è molto meno presente». Il risultato fiorentino, con l' elezione a presidente della Consulta del diciottenne Mattia Micunco, è sicuramente il più significativo. Ma i giovani di destra stanno collezionando successi anche in altre realtà importanti. «Abbiamo vinto a Prato», conclude soddisfatto La Mantia, «e siamo molto forti, ad esempio, pure a Viterbo, Teramo, Taranto, Siracusa, Padova, Verona e Reggio Calabria. A Roma, invece, la Consulta è stata commissariata. Al momento è in mano alla sinistra, ma è quasi impossibile che possa vincere ancora». Già, perché anche nella Capitale la destra giovanile e identitaria sta crescendo. C' è Azione studentesca e poi ci sono i ragazzi del Blocco studentesco, espressione di CasaPound, e quelli di Lotta studentesca, che si riconoscono in Forza nuova. E la sinistra? Bé, da quelle parti non sembrano voler imparare la lezione. Tanto che anche dopo la batosta preferiscono insistere su una contrapposizione ideologica che ai loro coetanei sembra ormai avere stufato. «È una cosa molto grave che la presidenza sia andata a rappresentanti di Casaggì», ha dichiarato al Corriere fiorentino Alice Da Boit, vicepresidente della Consulta provinciale, vicina alla sinistra. «Le loro idee», ha aggiunto, «vanno contro la Costituzione. Credo che la rinascita di queste ideologie fasciste sia dovuta al fatto che sia più facile per le persone trovare spiegazioni populiste». Insomma, siamo sempre lì. Un po' di antifascismo e un po' di polemica contro il populismo. Nelle scuole non funziona più. Ed è probabile che non funzioni più nemmeno nel mondo dei «grandi». di Alberto Busacca

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