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Facci: "Talk stop"

Nicoletta Orlandi Posti
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Sabato scorso, parlando al Festival del giornalismo di Perugia, ho fatto la figura del marziano perché ho spiegato che negli Stati Uniti i talkshow politici praticamente non ci sono, anche se li hanno inventati loro: vanno in onda solo la domenica mattina (quando noi trasmettiamo la Santa Messa e l'Angelus) e questo almeno nelle tv generaliste, cioè le nostre Rai e Mediaset e La7. Invece nelle tv a pagamento, cioè le nostre Sky e Fox, i talkshow politici li trasmettono a ciclo continuo, anche se durano un'ora - non quattro - e degli ascolti gl'importa relativamente. Insomma, il perfetto contrario che da noi: negli Usa le tv generaliste trasmettono telefilm e intrattenimento (Late show) e quelle a pagamento trasmettono tutta l'informazione che vuoi, peraltro con faziosità dichiarate e poche cerimonie di equidistanza. Il primo a farmelo notare fu il collega Christian Rocca, che vive a New York: ed è così. Non lo sto sottolineando perché quello statunitense debba essere un modello (figurarsi) ma perché, come sempre, finiremo per adeguarci con ritardo: per anni l'anomalia Berlusconi ha sbalestrato gli equilibri e però ora, come scusa, non basta più. Le nostre tv generaliste ci ammorbano tutto il giorno con talkshow che perdono ascolto e che - dice l'Auditel - hanno stufato: strano, eh? Cosicché, visto che li trasmettono per mere ragioni economiche, per le stesse ragioni potrebbero sparire. In blocco. Col rischio che si passi scompostamente, all'italiana, da un eccesso a un altro. di Filippo Facci

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