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Fausto Bertinotti: "Sono stato rovinato dalle feste"

Lucia Esposito
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E' un Fausto Bertinotti sconfitto e nostalgico. Sconfitto per quello che la sinistra avrebbe potuto fare e non ha fatto, nostalgico per un passato che non può più tornare così come la rivoluzione così come la intendevano una volta i comunisti. In un'intervista al Fatto Quotidiano l'ex presidente della Camera ammette di essere stato rovinato dalle feste e dalla sua ingenuità. Il cachemere - "I salotti? Credevo che la mia storia e il mio lavoro di operio mi mettessero al riparo dalle crticihe. Mi sono sbagliato". Non è stato immunizzato dalla sua "estrazione sociale" , dalla distanza dal mondo dei salotti che contano, quelli delle serate romane, dei potenti, dei politici, degli industriali. Su un punto però non intende fare retromarcia né rinnegare il suo passato: il cachemire. Bertinotti ammette che la sinistra "è morta. Non dico il comunismo, c'era stato il muro di Berlino a ricordarci le pietre che schiacciavano i nostri corpi. Ma il socialismo sembra scomparso, piegato. Simultaneamente alla forma avanzata di capitalismo". Per Bertinotti ormai è "tutto finito. Ora è l'alto contro il basso. E' il tempo della post democrazia. Molti sono gli inclusi nel sistema politico con un partito di governo che è il Pd e un leader con tentazioni autoritarie e una luccicante venatura neobonapartista". Poi dà un consiglio a quelli di sinistra: "Chiudere le per come sono strutturate adesso. Nell'Ottocento mica esistevano i partiti? Ma le idee di sinistra sì".  Nessun dubbio su Renzi: "Il partito di Renzi si trasformerà in un moderno partito di governo. arriveremo presto alla tracimazione e l'articolo uno della Costituzione verrà di fatto soppresso. Poi parla del futuro: "Abbiamo una Fondazione si chiama cercare ancora". Sarcastica la chiusa. Il giornalista gli chiede: Cercare cosa? Lui risponde: "Dovremo lasciare questa sede, non ci sono più soldi". 

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