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Giuliano Ferrara: "Matteo Renzi, l'erede di Silvio Berlusconi. Come posso non innamorarmi di lui?"

Andrea Tempestini
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Lo ha sempre ammirato, coccolato, sostenuto, a volte criticato. Ma ora la conversione è definitiva: Giuliano Ferrara si è votato al renzismo. Eloquente il titolo dell'editoriale su Il Foglio: "L'erede". Dove Matteo Renzi è l'erede di Silvio Berlusconi, e "basta vederlo dall'antico Vespa" per comprenderlo. "Quello di Renzi - per l'Elefantino -, di pianeta, è lo stesso del Cav (e non solo del Berlusconi delle origini). "Basta chiacchiere, è il momento del fare", "basta che si vada oltre i confini di destra e di sinistra". Quali voti - Ferrara ricorda come "Berlusconi ebbe i voti delle periferie e degli operai, devastò la bolsa sicurezza di sé del Pci-Pds-Ds, arrivò a un pelo dal capolavoro di governare da sinistra essendo titolare di un blocco originario conservatore, e Renzi simmetricamente si gloria del consenso ricevuto dal ceto medio moderato intorno alla sua percentuale europea, che non può essere fatta solo di seguaci e della sinistra e del Pd, insomma è a un pelo dal capolavoro di governare in senso riformista e innovatore, economicamente e socialmente a destra, ma dando soddisfazione al blocco di riferimento". Amore vero - L'"erede", inoltre, proprio come Berlusconi, "sta suscitando, et pour cause, le stesse antipatie feroci e ideotipiche evocate come spettri del passato del Cav". Ne segue la dichiarazione d'amore di Ferrara: "Volete che un vecchio e intemerato berlusconiano pop, come me, non si innamori del boy scout della provvidenza e non trovi mesta l'aura di spregio che circonda il nuovo caro leader?". Certo, avverte, "l'amore non è cieco. Può sempre far danni, ma può anche accompagnare una vecchiaia meno turpe di quella approntata per noi dai manettari delle procure tristi". "Saremo fregati?" - Ferrara, poi, si lascia sfuggire che, in fondo, resta la consapevolezza che "nella rapidità e nel ritmo saremo fregati un'altra volta". Ma subito si corregge: "Ma fregati, ho detto? Ho sbagliato. Renzi ha il divino tocco di chi legittimi solo per il fatto di esistere (grazie, scout) vent'anni di tormenti e di incertezze". E ancora: "In più, per dirla con l'Avvocato compianto, se vince lui vinciamo tutti, se perde lui perde solo lui. No?". Meglio lui... - Secondo l'Elefantino, "la democrazia italiana aveva una sua scuola, una sua storia, un suo consumato e corroso sistema di riferimenti, e tutto è scomparso insieme alla cortina di ferro che la proteggeva; sostituirla con l'alleanza di media e magistrati della pubblica accusa, più squattrinati e titolari di bellurie, non poteva che danneggiare fino al midollo l'osso della politica". Meglio Renzi, dunque, secondo Ferrara. Quindi la conclusione: "La grande fantasia del populazzo (sì, viene da Ludovico Ariosto anche questo) sta nella capacità di far rivivere il sogno, il dream e l'ice cream, di due Grandi Innocenti che si fanno signori nell'aura di delitto". L'erede, appunto.

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