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Elezioni Germania, Travaglio bastona Battisti, Napoletano e Riotta

Travaglio, vicedirettore del

Il vicedirettore del Fatto si scaglia contro i colleghi: "Più ridicoli dei politici"

Roberto Procaccini
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Nessuno osi paragonare l'Italia alla Germania. Dopo aver diffidato Fabrizio Cicchito dal mettere a confronto le larghe intese teutoniche con quelle nostrane, Marco Travaglio dedica l'editoriale di oggi sul Fatto Quotidiano a Pigi Battista, Gianni Riotta e Roberto Napolitano. I tre giornalisti hanno avuto l'ardire di uscire dalla visione binaria cara a Marco Manetta ("Germania buona vs Italia cattiva"), cercando altre similutidini e divergenze tra gli scenari politici dei due paesi. Il vicedirettore del Fatto non aspetta un minuto per sferzarli: "C'è solo una categoria che, sulle elezioni tedesche, riesce a essere più ridicola dei politici - scrive -: i giornalisti". Perché ridicoli? Perché hanno scritto che la politica italiana è condizionata anche da "una sinistra populista" e "uno scontro tra poteri". Tedeschi brava gente - E quindi quella di Travaglio è la solita tiritera. La classe politica tedesca è fatta di persone serie: "Partiti normali, guidati da politici normali - scrive - che prendono un sacco di voti e poi mettono insieme i punti comuni dei loro programmi in ampie discussioni". Solo una legge elettorale che non prevede "mostruosi premi di maggioranza come il Porcellum", sostiene Marco, costringe la stella polare della virtù Angela Merkel alle larghe intese. Ma il vicedirettore è sereno: che si trovi a governare con Verdi o Spd, il governo tedesco si darà un programma e lo realizzerà. D'altronde, sono persone serie. Italiani cialtroni - E in Italia? Non ci sono larghe intese, ma solo "un inciucio". Per Travaglio non ci sono altre chiavi di lettura: il governo del premier Enrico Letta va visto nel segno della mediocrità di "gente che non ha un'idea in comune con gli altri, se non l'amore per la cadrega e il terrore di nuove elezioni". Governo composto, sostiene ancora il vicedirettore, "per emarginare il M5s che (le elezioni) le aveva vinte". Bacchettate sulle mani - Di che cosa si sono resi responsabili, allora, Battista, Riotta e Napoletano agli occhi di Travaglio? Di aver inserito qualche elemento critico in più nell'analisi della scena italiana. Chi è che ha scritto di "vent'anni di conflitto fra poteri"? Napoletano sul giornale che dirige, Il Sole 24 Ore. Bacchetatta sulle mani da Marco. Chi del condizionamento di "una sinistra populista" e del "M5s anti-euro"? Riotta su la Stampa: altra bacchettata. Chi fa notare che in Germania due partiti solitamente in competizione si possono alleare senza dover parlare di "inciucio"? Battista sul Corriere: bacchettata. C'è solo un modo per non sbagliarsi: essere germanofili, come Travaglio.

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