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Nicolai Lilin: "Attenti, l' obiettivo della Boldrini è eliminare la nostra cultura

Giovanni Ruggiero
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Chiamatela educazione boldriniana. Guai a scrivere un post polemico contro la presidenta della Camera, guai a sostenere in modo provocatorio che sarebbe amica dei jihadisti, guai a dissentire dal suo pensiero filo-immigrazione indiscriminata. Subito si abbatte su di te la scure della repressione, fatta di chiamate per invitarti a moderare i toni e a cambiare linguaggio, di pressioni sul luogo di lavoro affinché non ripeta mai più prodezze simili o di insulti per darti dell' ignorante e comunicarti che d' ora in poi verrai boicottato ovunque tu parlerai, sempre che ti venga lasciata ancora libertà di parola. Lo scrittore italiano, di origini russe, Nicolai Lilin, autore del bestseller Educazione siberiana, è finito sulla graticola per aver postato su Twitter, all' indomani della strage di Barcellona, un pesante j' accuse contro la Boldrini: «Un' altro nostro concittadino massacrato dai terroristi islamici, amici della Boldrini, sostenuti dalla sinistra italiana». Apriti cielo: offeso sui social, invitato a rimuovere il post, ha dovuto assistere a «sollecitazioni» da parte dell' entourage della presidenta affinché d' ora in poi sia più cauto nelle sue esternazioni. Con il rischio non esplicitato, in caso di perseveranza, di non poter più continuare a parlare e pubblicare sui media e con le case editrici per le quali oggi lavora. Atteggiamenti che lo scrittore, ai nostri taccuini, non esita a definire «intimidatori e fascisti». Lilin, per cominciare, ci spieghi il senso del suo tweet. «Quella frase rientra in una strategia provocatoria che sto mettendo in atto da tempo per richiamare l' attenzione della Boldrini sulla strage di cittadini nel Donbass da parte dei nazisti ucraini, che la sinistra boldriniana non solo omette di raccontare ma addirittura sembra sostenere. Il mio riferimento era all' incontro dello scorso giugno tra la presidente della Camera e il presidente della Rada, il Parlamento ucraino, Andriy Parubiy: parliamo di un conclamato nazista, impegnato nella feroce repressione di chiunque si opponga al governo golpista di Kiev. Ebbene, i nazisti ucraini, come comprovato da diversi documenti, agiscono in stretta collaborazione con i miliziani dell' Isis. Sostenere gli uomini di Parubiy, come fa la Boldrini, significa stare anche dalla parte dei terroristi islamici. E questa è la conferma della solidarietà selettiva di cui la presidente è la principale interprete, quell' ipocrisia ideologica che la porta a indignarsi giustamente per i bambini morti nel Mediterraneo ma a ignorare deliberatamente i bambini uccisi dai nazisti nel Donbass. In tal modo, e qua è il più grande paradosso, pur di attaccare Putin, la sinistra boldriniana diventa alleata del nazismo». Era questo l' unico significato del suo messaggio? «No, intendevo anche dire che la Boldrini e i suoi seguaci sostengono i ribelli siriani ostili ad Assad, che si sono dimostrati essere tutt' altro che moderati, ma veri e propri radicalisti islamici. Da ultimo, mi riferivo al fatto che le sballate politiche sull' immigrazione di questo Paese di cui la Boldrini è uno dei massimi rappresentanti - politiche che pretendono di cancellare la nostra cultura importando modelli retrogradi e delegano alle ong quello che dovrebbe essere compito esclusivo dello Stato - favoriscono la guerra tra poveri, la marginalità di chi arriva da noi, la mancata integrazione, che poi è il presupposto per l' integralismo». Dopo la pubblicazione del suo tweet, quali sono state le reazioni istituzionali? «Il portavoce della Boldrini ha chiamato Tgcom, per cui conduco il programma La versione di Lilin, sollevando un polverone e chiedendo spiegazioni sul perché avessi scritto quel tweet. Chiamare il luogo dove lavoro è un metodo fascista, perché preferisce le intimidazioni al chiarimento personale. Non solo: diversi scrittori hanno contattato la Einaudi, con cui pubblico i miei libri, e manifestato il loro dissenso contro di me, inducendo la casa editrice a mettermi in guardia e a essere più prudente nelle future esternazioni. Da ultimo, molti troll boldriniani si sono scatenati contro di me, insultandomi con toni razzisti in quanto russo che offenderebbe la nostra lingua, solo perché ho scritto "un' altro" anziché "un altro". È così la sinistra boldriniana: più attenta a un apostrofo che alle vite umane di chi viene ammazzato in Ucraina». Ora quali conseguenze teme? Pensa verrà denunciato dalla Boldrini? «Che faccia pure. Sono stato ferito in guerra mentre combattevo contro i terroristi ceceni, figuriamoci se posso aver paura di una denuncia. Né posso temere chi su Twitter annuncia che mi boicotterà ai festival letterari. È anche questo un sintomo della cultura ai tempi della Boldrini: incapacità di distinguere tra letteratura e pensiero politico e tentativo di mettere a tacere tutte le voci di dissenso, bruciando simbolicamente i libri proibiti. L' ennesima manifestazione di un metodo fascista». di Gianluca Veneziani

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