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Fini si aggrappa a Casini"Stiamo ancora insieme"

Il leader di Fli rifiuta la fine del Terzo polo e chiama "l'amico Pier": anti-berlusconismo grande bacino di voti

Matteo Legnani
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A stare seduto là, sullo scranno più alto di Montecitorio, ormai ha perso gusto da tempo. Gianfranco Fini smania per rientrare nell'agone politico ma ahilui, non sa davvero come e con chi farlo. Il suo Terzo polo, messo su in fretta e furia dopo aver rotto con Berlusconi, gli si è sgretolato presto tra le mani. E da ormai qualche settimana (dal risultato del primo turno delle amministrative) non esiste proprio più, almeno nelle intenzioni di Pier Ferdinando Casini che ne è (o meglio ne è stato, l'azionista di maggioranza). "Il terzo polo è finito" ha detto Pier, ma Gianfry e Italo niente, duri d'orecchie. Ancora fino ad oggi, almeno a leggere l'intervista rilasciata da Fini al Corriere della Sera, nella quale il presidente della Camera chiama disperatamente a se "l'amico Pier" in nome di una terza via al Pd e al Pdl, ma soprattutto ancora una volta in chiave berlusconiana. "Sono convinto che l'esigenza di un'alleanza programmatica nell'area degli elettori che non si riconoscono nè in Bersani nè nel Pdl sia più forte di prima, soprattutto se berlusconi continua ad essere il dominus del Pdl" dice Fini. E a Casini: "C'è una potenzialità enorme, perciò se il mio amico Pier non vuole più chiamare terzo polo non chiamiamolo più così. Ma che ci sia spazio per una proposta politica fortemente rinnovatrice è un dato di realtà da cui è difficile sfuggire". Poi, su Montezemolo: "Se dovesse decidere di impegnare Italiafutura in politica, lo troverei un fatto positivo, perchè sono convinto che presenterebbe un programma riformatore. Perchè temere la competizione o la concorrenza? E poi: chi lo ha detto che dovrebbe essere necessariamente un concorrente?". Tradotto: se proprio Casini mi scarica, provo ad aggrapparmi da un'altra parte.

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