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Maria Elena Boschi vince a Bolzano, ma rispetto al 2013 il crollo dei voti è impressionante: ecco le cifre, ma quale trionfo?

Andrea Tempestini
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A Bolzano, la candidata "aliena" Maria Elena Boschi ha battuto la concorrenza: eletta alla Camera al collegio uninominale dopo essere stata imposta dal partito in un collegio blindato per sfuggire alle polemiche che derivano dal caso Banca Etruria. La sottosegretaria - prendiamo in esame la Camera - ha raggranellato il 41,23% dei consensi, staccando Michaela Biancofiore, al 24,99%, e Filomena Nuzzo, la grillina al 20,55 per cento. Un trionfo? Non proprio. La parola alle cifre. Il 41,23% della Boschi è così composto: gran parte dei voti, il 24,79%, arriva da Svp; il 12,93% dal Pd; il 2,47% da +Europa, dunque le briciole dagli altri partiti della coalizione. E il confronto con il voto del 2013 è assolutamente impietoso. All'epoca, a Bolzano, la coalizione di centrosinistra guidata da Pierluigi Bersani incassò il 58,9% e il 44,2% dei voti arrivarono dalla Svp; il Pd arrivò al 9,5% e Sinistra e Libertà al 5,2 per cento. Insomma, l'effetto Boschi sta tutto nelle cifre: a livello di coalizione, nel 2018, ha fatto perdere più del 18% dei voti. Ma il dato più impressionante è quello relativo alla Svp, partito tradizionalmente votatissimo da Bolzano: in queste elezioni è crollato di 20 punti percentuali. Volete ancora parlare di trionfo e vittoria della Boschi? Sì, la hanno eletta, ma i numeri la condannano senza appello. Leggi anche: "Roba da terza elementare": Reinhold Messner umilia la Boschi

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