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Paolo Becchi avvisa Matteo Salvini: "Perché il 20 settembre la Lega o sfonda o si sgonfia"

Paolo Becchi e Giuseppe Palma
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Il decreto che stabilisce la data per il voto delle regionali è sbarcato alla Camera. E grazie all'emendamento Sisto (Fi), sul quale si è realizzata una convergenza parlamentare molto ampia con il sì di Forza Italia e l'astensione della Lega, è ormai chiaro che l'appuntamento sarà per il 20 e 21 settembre (in due giorni a causa dell'emergenza sanitaria), unica tornata elettorale per regionali, amministrative e referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Ballottaggio per le amministrative il 4 ottobre. Si vota in sei regioni: Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia, più la Valle d'Aosta (il 6 settembre), ma in quest' ultima regione viene eletto solo il presidente con una votazione interna al Consiglio. Vediamo il quadro politico nelle sei regioni. A bocce ferme il centrodestra dovrebbe farcela agevolmente in Veneto e Liguria, mentre sulla carta è perdente in Toscana e Campania: l'una regione rossa da sempre, l'altra governata da uno sceriffo che di sinistra ha solo il partito. In bilico i risultati nelle Marche e in Puglia.

 

 

 

 

Nella terra di Leopardi, da cinquant' anni nelle mani della sinistra, la partita è ancora aperta. E Salvini lo ha intuito, tanto è vero che ieri era proprio in quella regione. Il governatore uscente, Luca Ceriscioli, è in quota Pd, ma alle ultime elezioni regionali - quelle del 2015 - strappò un misero 41,07% in una regione dove di solito il centrosinistra sbaragliava gli avversari con oltre il 50% dei consensi. I Dem sono divisi se ricandidarlo o meno, in caso contrario punterebbero su Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia. Dopo 5 anni il centrodestra in regione è cresciuto parecchio e tutto dipenderà da come andrà la stagione estiva, tra un consistente calo del turismo e protocolli assurdi delle task-force. Il centrodestra potrebbe puntare su Francesco Acquaroli, in quota Fratelli d'Italia, ma la Lega non ha ancora dato l'ok. Il M5S dovrebbe invece correre con Mario Mercorelli, il più suffragato su Rousseau, salvo che alla fine non giunga da Roma l'ordine di correre in coalizione col centrosinistra.

OPERAZIONE SIMPATIA
In Puglia si ripresenta Michele Emiliano, esponente del Pd ma non troppo. Emiliano ha vinto le primarie del centrosinistra e le apparizioni televisive durante il lockdown ne hanno accresciuto l'operazione simpatia, ma i pugliesi non dimenticano le chiusure degli ultimi anni ai reparti ospedalieri. Il M5S potrebbe correre in solitaria sotto la guida della potentissima Antonella Laricchia, anch'ella la più votata su Rousseau. Se da Roma giungesse l'ordine di correre col centrosinistra, Laricchia obbedirà, ma non farà campagna elettorale per Emiliano. Il centrodestra, pur avanti di dieci punti nei sondaggi, è ancora in alto mare. Il candidato ai nastri di partenza è in quota Fratelli d'Italia, perché Meloni deve pagare una cambiale politica a Raffaele Fitto, suo alleato alle europee dello scorso anno. Ma Fitto è già stato presidente della Regione (2000-2005), ha governato male, tanto da essere stato clamorosamente sconfitto nel 2005 da Nichi Vendola. Il candidato ex Dc non ha quell'appeal necessario per la corsa finale, tant' è che Salvini vorrebbe schierare Nuccio Altieri, approdato in Lega da Fi, peraltro quando il Carroccio non aveva ancora consensi al Sud. La partita è aperta.

Toscana. Qui la partita è compromessa. Regione rossa da sempre, è il feudo di Matteo Renzi, pertanto ItaliaViva potrebbe portare in regione parecchi dei suoi. Il governatore uscente Rossi non si ricandida, quindi la coalizione di centrosinistra ha deciso di puntare su Eugenio Giani (attuale presidente del consiglio regionale), ma dovrà fare a meno di alcune liste di sinistra che invece hanno deciso di non appoggiarlo. Il M5S ha deciso di puntare sulla consigliera regionale Irene Galletti, la più votata su Rousseau. Il centrodestra dovrebbe invece schierare l'eurodeputata Susanna Ceccardi, in quota Lega, miss preferenze alle europee dell'anno scorso, superata però da Antonio Maria Rinaldi nella circoscrizione Centro. La partita sarebbe già chiusa se non fosse per il Toscanellum, la legge elettorale toscana che prevede il ballottaggio tra i due candidati presidente più votati qualora nessuno raggiungesse il 40% dei voti al primo turno.

In Campania De Luca dovrebbe farcela senza problemi, la sua esposizione social durante l'epidemia ne ha fatto un eroe regionale. Un aiuto arriva anche dal centrodestra, che al momento sembra voler schierare Stefano Caldoro, in quota Forza Italia, che ai nastri di partenza non ha proprio la benché minima possibilità di vittoria. Per questo Salvini vorrebbe candidare un suo uomo, ma Berlusconi al momento non ne vuole sapere. Il M5S avrebbe voluto candidare il ministro Sergio Costa quale espressione comune Pd-5Stelle, ma De Luca ha fatto saltare il banco, quindi al momento i pentastellati sono alla ricerca di un agnello sacrificale da far correre da solo.

In Liguria dovrebbe farcela agevolmente il governatore uscente Giovanni Toti, ex Forza Italia. Il centrodestra correrà compatto e non dovrebbe avere problemi, anche perché il M5S ha perso Alice Salvatore, leader del Movimento, che correrà con una sua lista, "Il Buonsenso", mentre Beppe Grillo punta ad un'alleanza col centrosinistra, che dovrebbe a breve indicare un nome comune. Il ponte c'è, l'emergenza è stata gestita a livello regionale in modo liberal e i liguri premieranno Toti, peccato per il sindaco di Genova (area centrodestra) che con le sue ostinate chiusure causa virus sta facendo perdere diversi consensi nel capoluogo. Ma chissà che a settembre anche i genovesi possano uscire di casa senza mascherina.

"RISERVE PADANE"
In Veneto sarà un plebiscito per il governatore uscente Luca Zaia. Ha saputo gestire al meglio l'emergenza epidemiologica e potrebbe vincere addirittura con oltre il 70% dei consensi. Il centrosinistra punterà sul vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni e il M5S su Enrico Cappelletti. Non c'è partita. Questo il quadro a bocce ferme. Finirà 4 a 2 per il centrosinistra? Forse 3 a 3? O addirittura 4 a 2 per il centrodestra, se le Marche riservassero una sorpresa? Non abbiamo la palla di cristallo, certo è che l'unico candidato in quota Lega al momento è Susanna Ceccardi, che in Toscana è destinato a perdere. Toti e Zaia, che invece non dovrebbero avere alcun problema, non sono salviniani.

Bene farebbe dunque Salvini ad esigere da Meloni un candidato leghista in Puglia, anche perché Fratelli d'Italia - che nei sondaggi nazionali resta comunque più di dieci punti dietro la Lega - ha già portato a casa il governatore dell'Abruzzo, così come Forza Italia che ha già incassato i presidenti di Molise e Basilicata. Salvini, al momento, nonostante sia il leader del primo partito della coalizione e del Paese, ha solo espresso i presidenti di Sardegna (peraltro con una figura esterna al partito), Umbria e Piemonte. La Puglia diventa per Salvini strategicamente importante. Vince in questa regione e può rilanciare il suo progetto di una Lega Nazionale, perde ed è destinato ritornare nelle "riserve padane". 

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