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Paolo Becchi su Matteo Salvini: "Rivoluzione liberale?", matrimonio necessario col sovranismo

Paolo Becchi, Giuseppe Palma
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Salvini parla di «rivoluzione liberale». In molti sono rimasti basiti dalla ripresa dello slogan berlusconiano degli anni Novanta. Ma «liberale» può significare tante cose. «Liberale» non significa solo «meno Stato e più mercato» - questo semmai è «liberismo» - «liberale» significa anzitutto piena libertà di pensiero e di parola senza i diktat del «politicamente corretto», libertà di stampa senza censure ideologiche, libertà di impresa senza le folli regole che distruggono il piccolo artigiano o il libero professionista, libertà nella giustizia - dove i diritti dell'imputato sono sacri - libertà di insegnamento, libertà personale inviolabile. Negli ultimi sette mesi si è avuta nel nostro Paese una vera e propria «resa» liberale: libertà fondamentali, come quelle di movimento e di circolazione, limitate per decreto, obblighi invasivi per l'integrità fisica statuiti da ordinanza ministeriale, libertà di parola garantita solo a chi parla con la bocca del governo, diffusione di terrorismo sanitario attraverso dogmi irrazionali, come quello dell'obbligo della mascherina all'aperto, pur nel rispetto del distanziamento, allarmismo senza ragionare sui dati... Ben venga quindi una "seconda ondata" di liberalismo. Oggi però occorre fare i conti con una Ue molto più invasiva, che non collabora con gli Stati come accadeva prima degli anni Novanta, ma li obbliga a fare ciò che Francia e Germania impongono di fare, seguendo politiche neoliberali in economia che hanno avuto come conseguenza l'indebolimento dell'economia del nostro Paese.

 

 

MATRIMONIO NECESSARIO
Occorre dunque a nostro avviso, coniugare il liberalismo, nel significato chiarito sopra, con il sovranismo, dottrina che risponde all'esigenza dei popoli europei di ritornare ad avere un ruolo centrale in Europa attraverso i rispettivi Stati nazionali. Stati nazionali e Ue possono collaborare senza che i primi vengano assorbiti nella seconda, privandoli della loro identità per sottomettere tutti all'ideologia del mercato. Il liberalismo del mercato non basta a creare forti legami politici di appartenenza. Ecco la funzione del sovranismo: limitare le storture liberiste della Ue, proponendo soluzioni come - per esempio - l'abrogazione definitiva del patto di stabilità e del fiscal compact, la revisione in melius dei trattati Ue e del funzionamento della moneta unica. Essere nell'Unione non significa necessariamente essere con coloro che oggi costituiscono la maggioranza nell'Unione, e si può continuare a svolgere in modo del tutto legittimo il ruolo di opposizione nel parlamento europeo, senza per questo passare per degli estremisti nazionalisti. Lo stesso si potrebbe dire con riferimento al parlamento italiano. È importante per la Lega far emergere in Europa questa immagine «sovranista-liberale», onde evitare l'isolamento. Socialdemocrazia e liberaldemocrazia sono entrambe ideologie da tempo in crisi, il «sovranismo liberale» potrebbe essere la nuova alternativa di governo, in Europa e in Italia. Ideologicamente il problema del «liberalismo» è di aver dimenticato i popoli, il problema del «socialismo» è invece quello di aver dimenticato gli individui. L'ipotesi di un «sovranismo debole», «liberale», supera - in senso hegeliano - i limiti delle due precedenti concezioni. Su questa carta Salvini, a nostro avviso, dovrebbe puntare.

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