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Magistrati sempre in tv, ma è vietato. Ennesima farsa italiana: le nazioni civili hanno leggi applicate, da noi è quarto mondo

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Mauro Cosmai
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Cosa differenzia la semplicità dalla semplificazione e infine dal semplicismo? Le linee di confine paiono sottili ma non è affatto così. La semplicità è la prima dote dei grandi; concetti astrusi e proposizioni ambigue sono paraventi per una cultura di facciata o asservita. Stesso discorso per la giurisprudenza: molte leggi dovrebbero essere di una semplicità assoluta ma non per questo meno probanti di altre necessariamente più articolate. La semplificazione, che da noi ha preteso persino un Ministero, dovrebbe attingere a piene mani alla prima ma è succuba delle sempre incombenti accuse di semplicismo, potente arma contro ciò che dà fastidio.

 

 

Non servono particolari interpretazioni per un primo elenco di norme e leggi che andrebbero approvate pur prestando il fianco a dette accuse, finalizzate a confondere semplicità e semplicismo per una giurisprudenza falsamente prudente. Qualche esempio. Perdita automatica di ogni diritto nel momento in cui si vìola una proprietà altrui: anche un eventuale eccesso di legittima difesa potrebbe rientrare a sua volta nella cosiddetta "tempesta emotiva" (sic) di recente memoria, salvo i casi di violenza gratuita. Il mestiere di ladro comporta seri rischi, per evitarli basta non entrare in casa altrui senza invito. Oltre allo sbandierato e non ancora attuato taglio degli stipendi a parlamentari e non solo, è così difficile delineare un tetto minimo e massimo per ogni pensione con cifre ragionevoli? Recenti episodi ripropongono il tema dello sfratto per morosità, da noi una chimera.

 

 

Le nazioni civili hanno leggi precise e applicate, da noi è quarto mondo. Improrogabile, continuando, il divieto a tutti i magistrati di interviste e apparizioni televisive; talmente ovvio che non andrebbe neppure rimarcato. Nota lieve ma sintomatica delle nostre approssimazioni: imporre per ogni ingresso il numero civico ben visibile, come per i nomi delle strade. Prevedibili a questo punto le più facili (e interessate) critiche e obiezioni: giustizialismo de poche, semplicità svilita a semplicismo, semplificazione che sarebbe altro e naturalmente scarsa o superficiale conoscenza dei problemi. Malafede esclusa ne può discutere, ma in un Paese dove si arriva a processi -farsa per chi tenta di frenare l'immigrazione selvaggia tutto è concepibile. Gli stereotipi fanno sempre comodo, affondano le radici in un inconscio collettivo e in un conscio prezzolato che contrabbanda sottoculture (anche nostrane) come culture. Ma non si può dire, è semplicismo, appunto.

 

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