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M5s e Pd, lacrime di coccodrillo: prima tagliano i parlamentari e poi piangono

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Alessandro Sallusti
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L'8 ottobre del 2019, su proposta di Cinque Stelle e Pd, il Parlamento approvò a maggioranza bulgara la legge sul taglio dei parlamentari, da 945 a 600. Ricordo che fu un tripudio di dichiarazioni entusiaste, soprattutto tra i proponenti, ai quali in modo ipocrita si erano aggregati tutti gli altri partiti. Ecco, ora che si torna a votare gli stessi paladini del risparmio anticasta, Pd e Cinque Stelle in primis, piagnucolano come bambini per essere rimasti fuori dalle liste e quindi senza più stipendio garantito. In un impeto di stupido populismo, questi signori si sono tagliati da soli il ramo su cui stavano appollaiati e ora non accettano di essere caduti a terra; peraltro inutilmente, perché il risparmio reale di quella sciagurata riforma che limita la rappresentanza popolare è stato calcolato nello 0,007 per cento della spesa pubblica, poco più di niente, addirittura minore che se invece dei seggi si fossero tagliati lo stipendio e le spese folli di un faraonico mantenimento delle due Camere.

 

 

 

Del resto, chi di populismo ferisce di populismo perisce, e il solo pensare che molti di loro dovranno tornare a fare i conti con la vita reale è una bella soddisfazione per chi come noi aveva all'epoca messo in guardia la classe politica da una simile sciocchezza. «Basta difendere la casta» mi dicevano non capendo, o fingendo di non capire, che il problema del Parlamento non è nei numeri ma nella qualità delle persone che ne fanno parte e, se proprio vogliamo, in alcuni loro privilegi. Purtroppo nel tranello sono caduti anche i partiti del Centrodestra e ora pure loro pagano dazio, dovendo forzatamente rinunciare a mettere in lista tutti quelli che avrebbero meritato di continuare l'avventura.

 

 

 

Ormai è fatta ma mi auguro che d'ora in avanti la democrazia non si faccia più condizionare dagli ultimi arrivati che urlano più forte degli altri. Trent' anni fa i politici, sull'onda di Mani Pulite, rinunciarono spontaneamente allo scudo giudiziario e si è visto come la magistratura abbia così potuto scorrazzare a suo piacimento nella politica. Tre anni fa, per dare retta alle sirene grilline, arrivò il taglio dei parlamentari di cui oggi si misura l'effetto negativo sul diritto di rappresentanza dei territori. Tutta roba che arriva da sinistra, altro che rischio per il Paese se al governo andranno le destre. 

 

 

 

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