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Salvini in Sicilia: "Il prossimo che fa gli scatoloni è Orlando"

25 aprile

AdnKronos
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Corleone (Palermo), 25 apr. (AdnKronos) - Non ha partecipato alle celebrazioni del 25 aprile, il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che è volato a Corleone per una iniziativa antimafia. E' andato, poi, a Monreale e a Bagheria. E' stato proprio da quest'ultima che ha in serata, tra selfie e applausi, ha detto: ""Orlando chi? Non conosco Orlando". "Chi è? Boh" ha ribadito, aggiungendo: "Il prossimo che prepara gli scatoloni è Orlando". "Orlando è quello che ogni volta che c'è un barcone che si avvicina mi chiamano e mi dicono che dice: 'Li prendo io', ma occupati dei palermitani, fenomeno, invece di occuparti del resto del mondo, delle case popolari di Palermo" sottolinea Salvini che ha invitato gli abitanti di Bagheria a fare attenzione a chi sceglieranno alle urne. "Attenti a per chi votate a Bagheria" ha detto parlando del sindaco uscente Patrizio Cinque del M5S "perché quello che doveva essere il sindaco del cambiamento non mi pare abbia ben operato, ma non voglio fare polemica". "Qua è pieno di siciliani disoccupati con problemi di case e di lavoro, chi sceglie la Lega anche a Bagheria domenica fa una scelta precisa. Per le case popolari e i contributi comunali prima ci sono gli italiani e poi, se avanza qualcosa, c'è il resto del mondo. Prima i siciliani e poi, se avanza qualcosa, c'è il resto del mondo. Qua, invece, mi sembra che ci fosse una amministrazione comunale per cui veniva arrivava prima il resto del mondo e poi se avanzava qualcosa c'erano i cittadini. Questo è buon senso, è legittima difesa". In basso foto Adnkronos. Il ministro dell'Interno, dal palco di Bagheria, ha parlato anche dei giudici, dicendo che quelli "che sbagliano devono pagare, come tutti gli altri lavoratori". "Io rispetto chi lavora bene, ma chi sbaglia deve pagare" ha ribadito. Quanto al tema dei migranti, è tornato a sottolineare che "in Italia e in Sicilia non si arriva più, si arriva solo se si ha diritto. Questo mi è costato minacce e probabilmente qualche processo, ma io vado avanti". "Se devo andare a processo perché ho difeso i confini e gli italiani lo faccio a testa alta e con orgoglio e continuerò a dire no, no, no". "Se dovessi arricchirmi nella prossima vita" ha scherzato poi "farei il Fabio Fazio che guadagna in un mese quanto io guadagno in un anno, ma non farei mai cambio con la sua vita". Per concludere con un 'bagno di selfie'. "Tranquilli, non andrò via da Bagheria fino a quando non farò una foto con tutti voi" ha assicurato (VIDEO). Quella di oggi è stata comunque per Salvini una lunga giornata "nel cuore della Sicilia", una scelta contestata da molti perché non ha partecipato alle celebrazioni del 25 aprile, ma di cui lui si è detto "orgoglioso". In basso foto Adnkronos. La sua prima tappa è stata a Corleone. "Sono qui per dire che la mafia la vinciamo: possono cambiare pelle, fare affari, controllare appalti ed energie, ma siamo più forti noi, li andiamo a scovare lì dove sono" ha detto Salvini che, accompagnato dal capo della Polizia Franco Gabrielli, ha inaugurato il nuovo commissariato di Corleone, scoprendo una targa di marmo posta all'ingresso del commissariato (VIDEO). Presente anche la prefetta Antonella De Mito e il questore Renato Cortese . "Questo Comune, questa regione, questo governo sono disposti ad andare fino in fondo. Non ho paura" ha spiegato Salvini, dicendo di essere "disposto a dare la vita per questo Paese". "Sarebbe stato più comodo alzarmi più tardi e stare a Milano o a Roma, ma penso che tra gli onori e oneri del ministro dell'Interno ci sia andare laddove ci si sente più lontani - ha poi aggiunto -. Ho sentito di essere qua a dar voce a tanti giovani che resistono e vinceranno, perché la mafia noi la vinciamo. E quindi, nell'occasione della festa della Liberazione, sono qui per liberare un territorio da un'etichetta infame". Quindi ha rimarcato: "L'italiano non è pizza, mafia, spaghetti e mandolino, l'Italia la sconfigge la mafia partendo dall'educazione, dai giovani, dal lavoro". "Se l'antifascismo è un valore fondante della Repubblica? Si'" ha poi sottolineato il ministro dell'Interno. E, parlando dello striscione esposto ieri a Milano inneggiante a Benito Mussolini dagli ultras della Lazio, ha osservato: "Stamattina mi sono alzato con quattro striscioni che inneggiano alla mia morte. Ma non sono qui a piangere e a frignare. Anzi, fossi nello spirito dei partigiani, prenderebbero a schiaffoni quei 4 deficienti. Vorrei che questo 25 aprile fosse la giornata della memoria, dell'unione, del rispetto e della pacificazione nel nome dell'Italia che verrà". "Allo stadio si va per guardare la partita, e da milanista sono contento di non esserci andato, mi sono risparmiato l'ennesima brutta prestazione - ha detto ancora Salvini -. Ogni violenza fisica e verbale non c'entra con il mondo dello sport. Se è un brutto segnale? Chiedetelo a quei 14". Gli onori a Salvini da picchetto in armi (VIDEO) Niente polemiche oggi con Di Maio: "Mi sono impegnato a non rispondere sulle polemiche, sono in modalità zen. La polemica politica la lascio agli altri" ha risposto Salvini a chi gli chiedeva un commento alle dichiarazioni di Di Maio sulla sua presenza a Corleone. ""Mi sono ormai imposto di non rispondere a polemiche, provocazioni, anche perché oggi è la giornata della pace. Posso dire una cosa? Qualunque cosa avessi fatto oggi, avrebbero fatto polemica". "C'è un Paese contento che il governo italiano fosse anche qua. Non so dove fossero altri colleghi ministri, ma spero che rispettino la mia scelta - ha sottolineato -. Sono contento di aver passato questo 25 Aprile nel cuore della Sicilia". "I corleonesi sono gente perbene, non è mafia, Riina e Provenzano", aggiunge lasciandosi poi circondare dalla folla e prestandosi a fare ancora numerosi selfie (VIDEO). Dopo Corleone il vicepremier è andato a Monreale. Qui è entrato all'interno del Bar Italia, dove il titolare, Ciro Giangrande, fratello del maresciallo Giangrande, medaglia d'oro al valore civile, ha chiamato telefonicamente Giuseppe, il sottufficiale dei carabinieri rimasto ferito davanti Palazzo Chigi nel 2013, facendolo parlare con il ministro, il quale ha rivolto a lui espressioni di "coraggio e conforto".

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