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Lo spread cala ma i risparmi non finiranno nel taglia-tasse

Il differenziale tra Btp e Bund è sceso (grazie a Mario Draghi) ma non si tradurrà in un calo della pressione fiscale: ecco perché

Giulio Bucchi
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Il calo dello spread, unico successo che Monti può  presentare dopo tredici mesi di governo (ma che va attribuito più correttamente al muro anti-speculatori innalzato a luglio dalla Bce), non si tradurrà in un calo della pressione fiscale. Le maggiori entrate legate ai risparmi  provocati dal ribasso  del differenziale tra Btp e Bund  non andranno  infatti al «Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale». Lo  prevede  espressamente un emendamento al ddl Stabilità  approvato ieri dalla commissione Bilancio del Senato, nel quale viene indicato che i risparmi da spesa per interessi debbano «più appropriatamente, andare a vantaggio dei saldi di finanza pubblica». Il provvedimento prevede che nemmeno i recuperi di contributi previdenziali  finiscano  nel fondo «taglia-tasse».

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