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Pensioni, taglio da 3,4 miliardi di euro in manovra: ecco chi ci rimette

Cristina Agostini
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Passare dal 2,4 al 2,2 per cento del rapporto deficit-Pil significa risparmiare 3,4 miliardi su una manovra da 37, di cui 22 in deficit posticipando a non prima della prossima primavera la partenza delle pensioni a quota 100 e del reddito di cittadinanza, due misure da 16 miliardi. Chi lavora ai due dossier, rivela Repubblica, sostiene che il primo passo nella rinnovata trattativa Italia-Europa sarà di spostare i 3,4 miliardi "risparmiati" da pensioni e reddito agli investimenti.  Leggi anche: "Non è questione di decimali...". Salvini-Di Maio-Conte calano le braghe? I soldi per il reddito di cittadinanza (7,1 miliardi, al netto del miliardo ai centri per l'impiego) e per le pensioni (900 milioni a 500 mila pensionati) insomma finirebbero nelle casse delle aziende che assumono e non nelle tasche di cittadini poveri e disoccupati. I tecnici di Luigi Di Maio sono al lavoro per cambiare la misura. In particolare si prova a rafforzare i paletti: il possesso o meno di una casa, i soldi in banca, altri patrimoni.  Per quanto riguarda quota 100 per le pensioni, intanto si piò dire che non sarà cancellata la Fornero ma sarà più flessibile con la possibilità extra di uscita anticipata con almeno 62 anni e 38 di contributi. La somma fa 100 solo in questo caso: negli altri si va a 101 fino a 104. Chi sceglie questa opzione perderà qualcosa nell'assegno (circa l'8% secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio), ma lo percepirà per più tempo. Passeranno tre mesi dalla domanda di pensione all'uscita, per i lavoratori privati. Per gli statali, sei mesi. Le uscite del 2019 saranno dunque molto meno degli aventi diritto (330-340 mila, di cui 120 mila statali). Il rischio è che nel 2020 per il boom delle domande ci sarà una spesa tale che il governo potrebbe limitarle con le graduatorie.

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