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CFWA, ridurre i costi delle frequenze per digitalizzare il Paese: allo studio un accordo con Terna

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Davide Locano
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La tecnologia Fixed Wireless Access (FWA) in Italia e il suo contributo per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo. Smart City e Internet of Things (IoT). Il ruolo della politica. Questi i temi del Convegno annuale della Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA), che rappresenta gli operatori del settore, alla presenza degli Onorevoli Luca Carabetta e Paolo Giuliodori, Movimento 5 Stelle; dell'On. Enza Bruno Bossio, Partito Democratico, e dell'On. Massimiliano Capitanio, Lega. L'FWA, soluzione basata sull'integrazione tra fibra ottica e ponti radio per offrire servizi di banda ultralarga (oltre 30Mbps), ha un ruolo importante nel superamento del digital divide. A fine giugno 2019 gli accessi FW sono cresciuti dell'11% su base annua sfiorando 1,3 milioni di linee (Agcom: Osservatorio delle comunicazioni, 16 ottobre 2019). Per rispondere alle domande di Internet dei territori, CFWA sta lavorando a un accordo con Terna che prevede l'installazione di apparati di operatori wireless sui tralicci in alta tensione della società. L'intesa è centrale nel progetto di connettere alla rete Internet anche le aree più periferiche ed economicamente svantaggiate. "Questo Paese può salvarsi solo con la digitalizzazione e per ricollegare coloro che sono rimasti indietro proponiamo una ricetta molto semplice: dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote”, spiega Enrico Boccardo, Presidente di CFWA. “Come dimostrano i ritardi nei piani per la banda ultralarga di Infratel certe aree non verranno raggiunte nemmeno con gli aiuti di Stato e si stanno accumulando ritardi preoccupanti. Il nostro modello di business – osserva Boccardo – è più veloce e più sostenibile perché non dobbiamo fare scavi. Anche l'accordo a cui stiamo lavorando con Terna va in questa direzione: i tralicci di Terna diventeranno un asset dove poggiare le nostre antenne e raggiungere velocemente i clienti”. "Auspico che sia possibile individuare a breve le modalità più opportune per permettere anche ai piccoli operatori di fare investimenti nelle frequenze – commenta l'On. Carabetta – per garantire la concorrenza e dare slancio allo sviluppo tecnologico dei territori". Sulla stessa linea l'On. Giuliodori che sottolinea l'importanza che “la politica non imbrigli la libera iniziativa con un'eccessiva regolamentazione, intervenendo dove strettamente necessario, in modo da non strozzare il mercato e creare una disparità in termini di concorrenza che colpisce soprattutto le piccole imprese". Gli operatori wireless possiedono un'infrastruttura piuttosto snella che si appoggia, di solito, a poche decine di ponti radio. Da qui la proposta di CFWA: “Rendere accessibili i primi 80 collegamenti a costi sostenibili per un piccolo operatore. È una misura che costerebbe pochissimo nella fase iniziale ma che nel medio-lungo periodo porterebbe risorse nelle casse dello Stato contribuendo a far crescere l'economia locale", sottolinea Boccardo. “Come evidenziato dai dati dell'Indice Desi1, gli investimenti fatti negli ultimi anni anche nelle aree bianche non hanno ancora dato un impulso decisivo allo sviluppo della domanda di connettività. 1 Indice di digitalizzazione dell'economia e della società Come parlamentari abbiamo il dovere di verificare, anche con Infratel, quanta parte dell'infrastruttura in fibra esistente sia al momento inutilizzata, al fine di trovare le soluzioni più adeguate per colmare il Digital divide", così l'On. Bruno Bossio (PD). Per l'On. Capitanio “E' necessario intervenire al più presto sui voucher per evitare che vadano disperse le risorse stanziate per il rilancio della domanda di connettività sui territori, come abbiamo richiesto in una risoluzione presentata presso la Commissione Trasporti della Camera”. Aspettando la rivoluzione del 5G, l'Internet of Things sta già proiettando l'Italia in un mondo che nel giro di pochi anni porterà a interconnettere persone e oggetti. Numerosi paesi hanno già promosso lo sviluppo delle soluzioni LPWAN (Low Power Wide Area Network) e di standard aperti per favorire lo sviluppo di un ecosistema digitale innovativo che costituirà la base anche per successive evoluzioni tecnologiche. L'Italia però sconta la specificità del contesto nazionale legata all'utilizzo delle frequenze 863-870 MHz da parte del Ministero della Difesa e che ha portato all'avvio di una fase di sperimentazione da parte degli operatori. L'esito di queste sperimentazioni ha dimostrato come sia possibile già oggi uscire dalla fase transitoria per consentire la definitiva affermazione delle soluzioni LPWAN e favorire l'avvio degli investimenti nel settore IoT. CFWA chiede quindi che vengano presi quanto prima i necessari provvedimenti ministeriali perché, come dimostrano le analisi relative all'efficienza tecnica ed economica, il moltiplicatore economico della banda 863-870 MHz è tra i più alti e frenarne lo sviluppo significherebbe generare un danno sia per il sistema produttivo sia per i consumatori finali

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