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Pensioni, allarme rosso per il 2021: in arrivo una riduzione dell'assegno tra i 70 e i 117 euro

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Il 31 dicembre di quest'anno andrà in soffitta la cosiddetta Quota 100. Il governo Draghi, entrato in carica appena due settimane fa, non ha ovviamente avuto nè il tempo nè il modo di scoprire le carte su come (e se) intenderà riempire il vuoto lasciato dalla legislazione oggi in vigore in tema di anticipo pensionistico. In assenza di un intervento in materia, la disciplina tornerebbe ad essere quella della riforma voluta dal governo Monti. Una situazione di incertezza nella quale, chi voglia lasciare anticipatamente il lavoro dovrà fare bene i conti per evitare cospicui tagli dell'assegno.

 

 

Chi andrà via nel 2021 andrà incontro a una riduzione dell'assegno annuo compresa tra i 70 e i 117 euro, in base all'età in cui smetterà di lavorare e all'ammontare della cifra. Un 62 enne con un assegno mensile di 1500 euro si troverà con un taglio di circa 70 euro lordi l'anno. Se invece prendiamo in considerazione un assegno da 2000 euro al mese l'ammanco ammonterebbe a circa 94 euro con punte di 117 euro per chi percepisce 2.500 euro.

 

 

 La mossa migliore, in questa situazione, è quella di restare al lavoro per altri 2-3 anni. Slittando, ad esempio, da 62 a 64 anni l'età del ritiro dal lavoro, si potrebbe registrare un aumento del trattamento previdenziale di circa mille euro all'anno. Prendendo invece in considerazione l'ipotesi di restare al lavoro per tre anni in più (sempre rispetto ai 62), l'importo annuo dell'assegno potrebbe far registrare un incremento di oltre 1200 euro l'anno. Tutto questo nel caso in cui si voglia approfittare dell’ultima ‘finestra’ prevista da Quota 100. 

 

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